
Non abbandonate i nostri ragazzi. È questo l’appello del gruppo dei genitori dei giovanissimi che hanno aderito al "Progetto Mimosa", erogato dalla Neuropsichiatria Infantile dell’Asl 5, che – riferiscono - si è interrotto improvvisamente, lasciandoli senza una guida e un aiuto provvidenziali. Sono 12 le mamme e i papà, di cui non riveliamo l’identità per tutelare quella dei minori, che hanno sottoscritto la lettera inviata ai vertici dell’azienda e al primario del reparto Franco Giovannoni, per chiedere un incontro e discutere dello stop "per mancanza di fondi". "Siamo preoccupati – spiega uno di loro – : era un bel progetto che aiutava a combattere, con l’aiuto di psicologi ed assistenti sociali, i disturbi legati all’alimentazione, accentuatisi con la pandemia. Con la fine dello stato di emergenza, dal 1° aprile, tutto si è interrotto senza comunicazioni da un giorno all’altro e ora rimaniamo nell’incertezza. Non sappiamo se il progetto verrà confermato, anche se dall’azienda non troviamo riscontri sullo stop. Fatto sta che ora è tutto fermo".
Incertezza confermata nella lettera. "Senza entrare nel merito delle questioni burocratiche ed economiche che stanno causando il problema – si legge - , riteniamo che interrompere così bruscamente il percorso di assistenza neuropsichiatrica a cui i nostri figli si stanno affidando (grazie all’équipe di nutrizionisti, psicologi e assistenti sociali) possa rivelarsi pericoloso e dannoso per i ragazzi stessi, che non comprenderebbero le ragioni dell’interruzione e si ritroverebbero senza una via da seguire. L’emergenza dei nostri figli non finisce con la fine dello stato di emergenza!". E chiedono che si faccia il possibile per reperire i fondi necessari per garantire la prosecuzione del servizio.
Li rassicura il dottor Giovannoni. "Il progetto "S. Anna" (dal 2022 chiamato "Mimosa") coordinato dalla Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza (NPIA) a favore di giovani pazienti e dei loro genitori, prevede una terapia individuale e di gruppo nei casi che ne presentano il bisogno. Quando nel dicembre 2021 è finito il progetto in atto (denominato "S. Anna"), stante la disponibilità di Fondazione Carispezia a proseguire la collaborazione con la Npia, Asl ha deciso di proseguire il supporto a questi ragazzi, ed è nato così "Mimosa". Sarebbe dovuto iniziare a gennaio 2022, ma di fatto è partito a febbraio a causa della positività al Covid di molti operatori e degli stessi pazienti. Com’è noto, con la fine dell’emergenza sanitaria, parte del personale dedicato al progetto con contratti temporanei, è stato sospeso e questo ha comportato anche, nostro malgrado, l’ipotesi di interruzione di "Mimosa".
La Direzione Aziendale, ritenuta l’attività importante ha stabilito di assegnare uno psicologo e un operatore oltre al personale già presente (un neuropsichiatra, un psicoterapeuta, un assistente sociale, un nutrizionista) e di indire concorso pubblico per psicologi ed educatori della durata di un anno, rinnovabile fino a tre. Pertanto, il percorso "Mimosa" non verrà interrotto".
C.T.