Datteri di mare sequestrati, la guardia costiera spezzina denuncia otto persone

La filiera fatta di raccoglitori, intermediari e consumatori. I molluschi vengono venduti a 150 euro al chilo

La Spezia, 7 maggio 2024 – Sequestro di datteri di mare: la guardia costiera spezzina smantella una filiera illegale, denunciando otto persone.

Nel quadro dei compiti istituzionali rivolti al costante monitoraggio delle diverse filiere ittiche, ovvero alla più ampia tutela del patrimonio ambientale, con particolare riguardo agli ecosistemi marini, la guardia costiera della Spezia, attraverso una lunga e complessa attività investigativa, ha scoperto e denunciato una filiera illegale che raccoglieva e commercializzava dei datteri di mare (nome scientifico: Lithophaga lithophaga).

Come noto, si tratta di una specie 'protetta', sottoposta al regime di tutela internazionale sancito dalla Convenzione Cites - Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora – (nata allo scopo di garantire un utilizzo e una conservazione sostenibili delle popolazioni animali e vegetali del nostro pianeta), la cui raccolta è oramai assolutamente vietata, da diversi decenni, essendo unicamente possibile mediante l’impiego di strumenti e/o attrezzature (picconi, martelli anche pneumatici, ecc.), con effetti particolarmente devastanti per gli habitat rocciosi e sottomarini, in cui gli esemplari nascono e si sviluppano.

I quantitativi (anche di pochi chilogrammi), una volta estirpati dalle rocce, vengono dirottati illecitamente sul mercato, attraverso canali sommersi che, spesso e volentieri, si contraddistinguono per la presenza di una vera e propria rete illegale, fatta di raccoglitori, intermediari e consumatori finali (diretti e/o tramite esercizi di ristorazione).

Ovviamente una catena di questo genere si regge sugli introiti, visto che un chilogrammo di datteri di mare può arrivare ad un costo che oscilla tra i 100 ed i 150 euro, con guadagni illeciti ben più consistenti per gli esercizi pubblici che propongono e somministrano i datteri di mare ad una clientela fidata e selezionata.

I clienti, d'altra parte, pienamente consapevoli di infrangere la legge, non rinunciano a richiedere e ad assaporare - a qualsiasi rischio e costo – quei pregiati molluschi bivalvi, noncuranti delle pesanti ripercussioni sul degrado dell’ecosistema marino.

Sotto il coordinamento della locale procura della Repubblica, le indagini della Capitaneria spezzina sono iniziate nel mese di ottobre dello scorso anno, attraverso una complessa attività di appostamenti e pedinamenti, anche in ore notturne, culminata, con un primo ed importante sequestro di 2 chilogrammi di esemplari, confezionati in due bottiglie di plastica riposte in una scatola di scarpe, occultata all’interno di un’autovettura. Il prodotto illegale, verosimilmente destinato alle filiere locali di ristorazione, è stato, quindi, distrutto ed il responsabile immediatamente denunciato.

In una fase successiva, l’attività d’indagine è stata ulteriormente allargata e sviluppata, anche attraverso l’intervento del 5° Nucleo subacqueo della Guardia Costiera, alle dirette dipendenze della superiore Direzione marittima di Genova, quale Primo centro di controllo Area Pesca per la Regione Liguria, che, nel corso di diverse immersioni, ha potuto accertare l’effettivo deturpamento delle scogliere sommerse in diversi specchi acquei del Golfo dei Poeti.

Complessivamente, sono state denunciate otto persone, implicate a vario titolo, e, per le quali, al momento, le ipotesi di reato ipotizzabili sono la ricettazione ed ovviamente il disastro ambientale e l’inquinamento marino.

“L’operazione assume particolare significato in un contesto cosi tutelato come quello Spezzino – dichiarano dalla Guardia costiera – in cui i nostri operatori sono costantemente impegnati, in mare e a terra, con l’obiettivo principale di individuare, prevenire e contrastare qualunque forma di illegalità, a salvaguardia delle nostre coste e dell’intero ecosistema marino. Ovviamente, occorre grande senso di responsabilità da parte di tutta la collettività, affinché queste filiere illegali, come quella del dattero di mare, non vengano alimentate, tenendo anche presente che, in questo caso, anche il consumatore finale è assolutamente sanzionabile”.

Marco Magi