
Dalla culla l’amore per la disfida "Che emozione è stato il 1997 quando ho visto papà vincere"
È figlia di un vogatore e allenatore di culto. Cresciuta a pane e Palio, la sua prima attività lavorativa è stata legata proprio alla disfida remiera. Addetta stampa della manifestazione, ogni anno entra nelle case di migliaia di spezzini per raccontare assieme a Tele Liguria Sud le mille sfaccettature della kermesse. Un evento che per Selene Ricco non ha segreti.
Ci racconta il suo primo approccio col Palio del Golfo?
"Ero talmente piccola da non poterlo ricordare. Era l’estate del 1990, avevo pochi mesi e mia mamma mi portava alle prepalio. Mio papà vogava nel San Terenzo. Quell’anno ho partecipato alla prima di tante sfilate ed ero presente alla Morin. Con mamma e i nonni andavamo sempre alla Morin alle due del pomeriggio per sederci sul molo: se volevi il posto in prima fila dovevi arrivare presto. Ricordo che da terra cercavo lo sguardo di mio papà: serio, teso, concentrato. Ricordo perfettamente il mio battito del cuore accelerare durante l’allineamento, l’agitazione di mamma dopo lo sparo, la paura di me bambina nel vedere mio papà deluso. E poi, quello che per gran parte della mia vita è stato il giorno più bello: quando nel 1997 ho visto mio papà vincere il Palio, a bordo del Fezzano. Ricordo tutto di quel giorno: i crampi allo stomaco, le lacrime, gli abbracci, la confusione. Ero sulla spalla di papà quando gli è stato consegnato il gonfalone".
Che cosa rappresenta il Palio per lei?
"Il passato, il presente e il futuro. Il passato, perché a volte ho come l’impressione che per far spazio ai ricordi dedicati al Palio, la mia mente fosse stata costretta a rimuoverne altri evidentemente meno potenti. Di ogni anno ricordo la prima domenica di agosto e le mie prime memorie di vita partono da lì. Il presente, perché spero di dare un contributo importante nel valorizzare il Palio. E spero arrivi il fatto che questo contributo venga dal cuore. Il futuro, perché non mi dispiace immaginare mio figlio su una barca da Palio".
Che aria si respira a casa Ricco nei giorni del Palio?
"Tanta frenesia e tensione. Da noi è considerata la settimana più faticosa dell’anno. La nostra vita ha sempre ruotato attorno al Palio. I miei genitori si sono sposati nel 1989, scegliendo come data il 13 agosto, domenica successiva al Palio. Quell’anno si parlava di un possibile rinvio a causa delle previsioni meteo: per fortuna non è stato così, e i miei genitori si sono potuti sposare".
Una passione che è diventata anche un lavoro…
"Alle gare vedevo Gianluca Tinfena intervistare i vogatori. Avrei tanto voluto farlo anche io, ma ero troppo timida. Così espressi questo desiderio ai miei genitori e a Pino Cocco (all’epoca dirigente del Crdd, dove allenava il padre; ndr). È stato proprio Pino a parlare con Tinfena, che si è dimostrato subito entusiasta all’idea di collaborare: mi ha portato a Tele Liguria Sud per presentarmi Italo Lunghi, e da quel giorno è iniziata la mia collaborazione con la tv, che dura da tredici anni".
Da anni entra nelle case di migliaia di spezzini per raccontare tutte le sfaccettature dell’evento, grazie al suo programma ‘Verso il Palio’…
"È un po’ come una piazza, uno spazio aperto dove gli ospiti si raccontano, a volte litigano, altre fanno pace. Tutti hanno in comune l’amore per questo mondo e ognuno lo racconta a modo proprio. Mi piace il fatto che ogni ragazzo o ragazza venga spesso accompagnato dal proprio equipaggio, che assiste da dietro le quinte. Non è solo una trasmissione, ma un vero e proprio momento di aggregazione".
Cosa serve al Palio per crescere ulteriormente, anche in vista dell’edizione del centenario?
"Si sta lavorando per portare il Palio del Golfo alla ribalta nazionale. Credo che parallelamente sia giusto fare di tutto per promuoverlo a livello locale. Credo sia importante lavorare sul fatto che oggi non sia più semplice come prima trovare chi è disposto a sacrificare parte della propria vita per il Palio. Bisognerebbe trovare più occasioni per parlare alla pancia della gente e dei ragazzi. Provare quelle sensazioni è qualcosa che non capita a tutti e non ha eguali. Chi non le ha mai provate semplicemente non le conosce, ma bisogna spiegargli che per ‘provare quelle cose lì’ basta bussare alla porta di una borgata".
Mancano ormai pochi giorni all’appuntamento clou. Ci concede un pronostico?
"È scontato se dico Fezzano nei Senior, Cadimare negli Junior e Fezzano nel Femminile? Probabilmente sì, però penso davvero che questi tre equipaggi siano più forti degli altri. Ovvio, non dovranno sbagliare nulla, perché gli avversari di certo non stanno a guardare".
Ha una borgata del cuore?
"Premesso che mi affeziono troppo facilmente a tutti, il San Terenzo è sicuramente la borgata che occupa più spazio nel mio cuore".