Era una delle cartolibrerie storiche della città. Situata in corso Cavour, al numero 409, ’La scolastica’ è stata un punto di riferimento per generazioni di studenti di tanti istituti scolastici che arrivavano qui a comprare tutto il materiale di cancelleria necessario. Libri, penne, matite e quaderni, l’immancabile diario e – durante il corso dell’anno – gli indispensabili fogli protocollo per le verifiche. Oggi la cartolibreria ’La Scolastica’ ha abbassato per sempre la sua serranda, lasciando gli abitanti del quartiere Umbertino non tanto con l’interrogativo su quale sarà il nuovo esercizio che prenderà il suo posto, quanto piuttosto con un desolante dubbio che è quasi certezza. "Sono tutti uguali e aprono in continuazione, posti l’uno di seguito all’altro – protesta Anna Maria Servalli, indicando l’ennesimo minimarket che ha aperto al posto di un’altra storica bottega – Oltretutto questi negozi che rimangono aperti sino a tardi diventando punto di raccolta degli avventori. Mi sembra si tratti di un problema di gestione del territorio e del suo commercio.
Sono nata commerciante e lo è anche mia figlia, titolare del negozio di abbigliamento ’Madeleine’ in via Fossati 5 e proprio per questo mi chiedo quale ritorno economico possa avere per la città l’apertura incessante e contigua dello stesso tipo di negozi" la cui apertura è del tutto legittima, ma va a togliere l’unicità e la tradizione delle storiche botteghe. "Mi sembra tutto allo sbando, anche lo smaltimento rifiuti che rimangono talvolta fuori dai negozi con tutto quello che ne consegue". "Il vero problema – denuncia Andrea Montefiori, consigliere comunale Pd – è quello di non aver svolto alcuna politica di incentivi per un commercio di altro tipo e questo ha dato spazio allo "spontaneismo" che vediamo oggi. Noi come gruppo Dem abbiamo chiesto alla giunta più volte nel corso degli anni di pensare a una rete commerciale per piazza Brin ma non solo, estesa anche al centro storico. Un’idea potrebbe essere quella di far pagare l’aliquota imu minima per i prossimi 4 anni a che apre un negozio di prodotti o artigianato locale". Una rete commerciale estesa veramente a tutti per Martina Giannetti, capogruppo Pd in consiglio comunale: "Sarebbe utile e opportuno – spiega – chiedere anche ai commercianti di altra nazionalità di entrarne a far parte e di condividere l’obiettivo. Mi rendo conto che sia difficile ma sicuramente rappresenterebbe un salto di qualità e la vera sfida di questo momento storico che riguarda non solo i centri cittadini italiani ma di tutta Europa. Inoltre spesso diventano impropriamente luoghi di aggregazione. E se la domanda di aggregazione sociale è una richiesta sana, le istituzioni dovrebbero preoccuparsi di creare luoghi a questo dedicati e dissociati soprattutto dal consumo di alcolici".
Ma da qualche anno a prendere piede nel quartiere umbertino non sono solo i minimarket ma anche i circoli che – come spiega Montefiori – sono luoghi presi in affitto e in cui si svolgono eventi privati. Uno di questi per esempio è sorto proprio sotto uno dei portici che affaccia sulla piazza. "Si tratta – evidenzia sempre Andrea Montefiori – di un modello associativo che però non avendo funzione pubblica non risulta fruibile da tutti". Locale creato dove un tempo c’era uno sportello bancario, servizio non c’è più e costringe le persone anche anziane a spostarsi per raggiungere i non vicini sportelli bancomat. Ma i disagi per questa zona si celano anche tra le mura dei palazzi popolari che delineano al loro interno cortili comunali. "Questi cortili – spiega Gianfranco Marinaro, un abitante del quartiere – erano già stati previsti a fine 800 quando è nato l’Umbertino. Francamente era da tempo che non entravo qui – precisa Gianfranco riferendosi al cortile sito in via Lamarmora - ed è un delirio". Parte della pavimentazione in legno infatti è divelta e pericolosa e l’area un tempo verde è ridotta ora a sterpaglie secche.