MATTEO MARCELLO
Cronaca

Croce Rossa, 50mila chilometri al servizio degli altri

L’intensa attività del sodalizio di Follo nel periodo di emergenza sanitaria. "Ma il nostro bilancio è in difficoltà: ora ci servono aiuti"

I volontari della Croce Rossa premiati dalla comunità di Follo (foto d’archivio)

Follo (La Spezia) , 15 giugno 2020 - Quasi cinquantamila chilometri percorsi per assistere la comunità, oltre 1300 telefonate di assistenza psicologica, più di diecimila ore di servizio dedicate all’assistenza sociale. La grandezza dell’attività di volontariato è anche nei numeri di chi si è speso quotidianamente per aiutare il prossimo. E così, a Follo, sono i dati a rendere l’idea del grande impegno che il comitato locale della Croce Rossa guidato da Valter Cresci ha messo in campo durante l’emergenza coronavirus.

"Tre mesi durissimi, nei quali grazie alla grandissima opera dei nostri volontari siamo riusciti a stare vicino e ad aiutare la popolazione" spiega il presidente. Proprio oggi ricorre l’anniversario della fondazione della Croce rossa Italiana, costituita il 15 giugno del 1864, e i risultati dell’attività del comitato follese ai tempi del Covid non solo celebrano come meglio non si potrebbe lo spirito e la missione con cui 156 anni fa fu fondato il primo comitato italiano, ma testimoniano la crescita di una associazione nata a Carnea all’inizio degli anni 80 e che anno dopo anno è cresciuta fino a mettere assieme centinaia di volontari. In tre mesi, dal 1° marzo al 31 maggio, la Cri follese ha impegnato nel sociale 104 volontari (16 dei quali arruolati proprio durante l’emergenza), capaci di mettere assieme 10263 ore di assistenza e 16820 chilometri percorsi per raggiungere anziani e famiglie e difficoltà. A questi numeri vanno aggiunti quelli dell’attività sanitaria: 31.408 i km percorsi dalla Cri per soccorsi 118, assistenza Covid e trasporti sanitari. "Abbiamo assicurato la nostra presenza per il soccorso ordinario, l’emergenza coronavirus con un’ambulanza dedicata al trasporto, e per il centro mobile di rianimazione, senza dimenticare l’attività Gsat, con l’assistenza per il prelievo dei tamponi, e quella per la campagna nazionale di test sierologici avviata dal governo, col nostro camper per i prelievi a Follo ed Arcola".

È sul sociale che i numeri rendono bene l’idea del sostegno alla popolazione, con la consegna di quasi 3 tonnellate di aiuti alimentari alle famiglie in difficoltà, la produzione e il confezionamento di mascherine. "Grazie al lavoro infaticabile delle nostre volontarie e delle donne follesi, ne abbiamo prodotte oltre 5mila, creando una catena solidale quando le mascherine non si trovavano da nessuna parte. E infaticabile è stata anche l’assistenza psicologica che abbiamo attivato grazie al sostegno di due volontarie, psicologhe professioniste, che hanno raccolto in tre mesi oltre 1300 telefonate e hanno dato anima e cuore, tanto da raggiungere sotto il balcone di casa le persone che avevano anche solo necessità di parlare, di avere una parola di conforto in un momento tremendo" Fin qui le note positive, ma non mancano quelle dolenti. L’emergenza ha intaccato in maniera importante il bilancio della società follese, a fronte di una risposta (donazioni e raccolte fondi) sotto le aspettative.

"Ringraziamo chi ci aiutato, anche se pochi. Abbiamo fatto una raccolta fondi ma speravamo di più; siamo riusciti a sopravvivere, anche s e ora non abbiamo ottenuto alcun rimborso aggiuntivo da Asl per l’acquisto di tute e dispositivi di protezione, comprati con i nostri soldi. Il contributo riconosciuto per un intervento è attorno ai 50 euro, ma vestire un equipaggio di tre persone con tutti i dpi costa oltre cento. Per acquistare le protezioni abbiamo dovuto utilizzare anche parte dei soldi messi da parte per l’acquisto di una nuova ambulanza. Speriamo che in futuro ci vengano riconosciute queste spese, ma la cosa più importante è che nessuno dei nostri volontari abbia contratto il virus" conclude Cresci.

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