MARCO MAGI
Cronaca

Cozze, rischio estinzione. Le orate e il gran caldo sono i killer dei muscoli. E La Spezia si ribella

Sono 120 le famiglie che rischiano di perdere il lavoro. La gran quantità di pesce immesso nel Golfo mina l’ecosistema

I celebri muscoli della Spezia sono divorati dalla grande quantità di orate nel Golfo

La Spezia, 24 ottobre 2023 - I ben noti muscoli della Spezia, prelibatezza conosciuta ben al di là dei confini liguri, rischiano di scomparire, compromettendo così anche il futuro di 120 famiglie. Dopo la predazione di orate (e in minima parte di saraghi) che hanno lasciato i mitilicoltori privi di merce da vendere per la prossima stagione, ora la novantina di soci della cooperativa spezzina si trova infatti nell’impossibilità di lavorare il prodotto spagnolo, reimmerso nel periodo più freddo. "Le orate sono salite di livello e non trovando più muscoli nei vivai – spiega Federico Pinza, direttore della Cooperativa Mitilicoltori – attaccano i sacchetti della Spagnola e strappandoli dal basso con forza, fanno cadere il loro contenuto a fondo per poi cibarsene. In una notte parliamo di ben 900 chilogrammi!".

Negli ultimi anni vi è stata un’escalation del numero di orate, dovuta a diversi fattori. "Troppe quelle presenti nel nostro mare, la maggior parte delle quali non autoctone – spiega il presidente della cooperativa Paolo Varrella – . Da dove sono arrivate? Recenti studi di alcune università croate, all’avanguardia nel settore, dimostrano come quei pesci possano giungere pure da 200 chilometri di distanza, alla ricerca di un luogo ideale. E il porto di Spezia è un habitat perfetto per loro, fra aree marine protette e ripari vari come pontili galleggianti, darsene, bacini e soprattutto, purtroppo per noi, tanto cibo a disposizione. Giungono dagli allevamenti? Sì, in generale. Basti pensare ai 100mila esemplari degli impianti di acquacoltura di Lavagna fuoriusciti durante la mareggiata del 2018". Poi, c’è la temperatura del mare sempre più calda, per una combinazione fatale che accelera il metabolismo dell’animale, in questo modo, sempre più affamato. "Non solo muscoli, ma anche ricci, ostriche e tutto ciò che trovano, danneggiando l’intero ecosistema. Parliamo di bestie giganti, di un branco monospecifico, che arrivano anche a 7 chilogrammi di peso".

I cambiamenti climatici non permettono all’acqua del mare di raffreddarsi come dovrebbe e il pesce, invece di andare al largo per riprodursi, resta all’interno del Golfo e in particolare dei vivai. La soluzione non può essere soltanto nelle mani dei lavoratori. "Serve una presa di coscienza degli amministratori e della politica in generale – precisa Varrella –. La nostra categoria è in estrema difficoltà, non siamo in condizioni di lavorare. E lo dico senza retorica: ci sono colleghi che non porteranno a casa nulla, giovani che hanno mutui e finanziamenti da pagare. Abbiamo chiesto un incontro urgente alla Regione Liguria, per un problema che va affrontato in maniera determinata". Le orate sono furbe. "Adesso riescono addirittura a bypassare le reti di protezione e da un mese a questa parte stanno bucando i sacchi di rete che usiamo per proteggere i muscoli spagnoli. Non era mai successo. Già l’anno scorso mi avevano forato le lanterne e mangiato i semi di ostrica". I mitilicoltori hanno acquistato una barca da pesca. "Ma non sarà certo quella a fare la differenza, neppure se fossero due o tre – conclude Varrella – . I vecchi non ricordano una situazione così drammatica, è chiaro che vi sia stata un’immissione esterna di una tipologia diversa di orate, che adesso proliferano nelle acque spezzine. Si può andare avanti così?".