Caso Corini, un testamento fantasma. «Elaborò un progetto ma non lo vidi»

Un avvocato parla delle volontà di Marco: «Garantire la fidanzata»

Fabrizio Garofalo e Gianfranco Petralia

Fabrizio Garofalo e Gianfranco Petralia

La Spezia, 24 aprile 2018 - Marco Corini, nella primavera del 2015, mi aveva detto di aver buttato giù un progetto di testamento ma non ho mai visto i suoi atti, quanto meno non ho ricordo della circostanza. Di sicuro la sua volontà era quella di garantire la giovane fidanzata Isabo Barrack, facendola diventare la principale erede del patrimonio stimato in 5milioni di euro e al tempo stesso, evitarle che andasse incontro al rischio di rivendicazioni da parte della madre. Non voleva lasciare alla mamma troppi soldi perché gli stessi un domani, alla sua morte, sarebbero andati alla sorella...». L’avvocato pisano Piergiuseppe Luigi Murciano non ha risolto il giallo del testamento fantasma ma ha puntualizzato quelli che, almeno fino all’inizio del settembre del 2015, sarebbero stati gli intendimenti dell’avvocato, convinto all’epoca del destino ineluttabile della morte indotta dal cancro e poi spirato il 25 settembre, giorno dell’incontro programmato col notaio Mariano.

Il legale – amico di Marco Corini dal 2009, collaboratore professionale e riferimento del legale spezzino per studiare le mosse legali più efficaci per centrare l’obiettivo – ha risposto per oltre tre ore alle domande del pm Luca Monteverde (al cui fianco sedeva il procuratore capo Antonio Patrono) e degli avvocati Anna Francini e Valentina Antonini, legali degli imputati sotto processo: Marzia Corini, sorella del defunto, medico anestesita, accusata di omicidio volontario e falso in testamento (quello del 18 settembre 2015) e l’ex collega di studio Giuliana Feliciani, chiamata in causa per circonvenzione d’incapace, per l’intrigo testamentario e accusata, il solitario, di un reato specifico: «Occultamento di testamento olografo redatto da Marco Corini nell’estate del 2015». Si tratta del testamento la cui esistenza è stata rivelata agli inquirenti da Isabò ma che non è stato mai visto da Murciano, che pur aveva parlato a lungo con Corini dei presupposti dello stesso, ragguagliandolo sulle formalità di tiro.

Il suo consiglio all’amico malato terminale o fu quello di sposarsi con Isabò e di fare un testamento per dargli ulteriori garanzie. «Aveva in programma il matrimonio a giugno; poi le condizioni di salute sono precipitate».

Murciano ha escluso che quando Marco parlava con lui al telefono fosse confuso. «Era sempre preciso e determinato». Anche nell’ultima telefonata collocata, sul piano dei ricordi, pochi giorni prima della morte di Corini. Nei tabulati telefonici agli atti, sull’utenza personale di Murciano, non c’è traccia del contatto. La circostanza è stata evidenziata dall’avvocato Valentina Antonini. «All’epoca ero all’ospedale che assistevo mio padre e usavo anche il suo cellulare, oltre ad altri due nella mia disponibilità». Murciano ha poi smentito di aver ricevuto da Corini una calda raccomandazione ad assistere l’avvocato Feliciani in una causa per questioni fiscali. Lei, rendendo dichiarazioni spontanee, ha riferito che, essendo presente alla telefonata, Marco, nel favorire il contatto, fu particolamente prodigo nel motivare i legale pisano a prestarsi a sostegno della «cara amica».

Corrado Ricci