Il prete 'ribelle': "Un errore negare la benedizione alle coppie omosessuali"

Don Giulio spiega la sua protesta: niente acqua santa sulle palme. E spera che la Chiesa arrivi ad accogliere anche le coppie omosessuali

Don Giulio Mignani

Don Giulio Mignani

Bonassola (La Spezia), 30 marzo 2021 - Non è nuovo a iniziative clamorose in aperto contrasto con la Chiesa. E anche stavolta il parroco di Bonassola è andato dritto contromano saltando a piè pari la benedizione di palme e ulivo domenica durante la messa. "Se non posso benedire le coppie gay – la sua protesta – non benedico nemmeno le palme".

"La mia presa di posizione sulla benedizione negata alle coppie omosessuali o anche quelle eterosessuali unite civilmente è un atto di amore verso la Chiesa non certo contro di essa. La mia speranza è che in futuro arrivi a riconoscere all’unione tra omosessuali lo stesso valore sacramentale del matrimonio fra un uomo e una donna", spiega don Giulio Mignani, 50 anni, parroco di Bonassola dal 2009 e in passato segretario dei vescovi spezzini Bassano Staffieri e Francesco Moraglia. E’ fermo nella sua dichiarazione di domenica: "Non ho benedetto le palme e gli ulivi visto che per le norme contro il Covid ci è stata negata la possibilità della processione che ricorda l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme. Ma sono poi estremamente contento che questa mia decisione avvenga a pochi giorni dalla pubblicazione del documento della Congregazione per la Dottrina della Fede nel quale viene ribadito il divieto anche solo di benedire le unioni di persone dello stesso sesso. Divieto che viene accompagnato dall’affermazione che si può benedire il ’peccatore’ (cioè la singola persona omosessuale) ma non il ’peccato’ (cioè non la famiglia che quella persona ha eventualmente formato)".

Secondo il parroco, nella chiesa oggi e in passato si benedice di tutto (a volte anche le armi) però... non si può benedire l’amore vero e sincero di due persone perché omosessuali. Ancora più grave, è il fatto che si continui a chiamare ’peccato’ questo loro amore. "Comunque, a rimetterci non sono certo le persone omosessuali, le quali possono tranquillamente fare a meno della benedizione della chiesa (perché intanto c’è Dio a ’benedirle’, a ’dire bene’ di loro e del loro amore). A rimetterci è la Chiesa: lei sì che avrebbe bisogno di questa benedizione, che avrebbe bisogno che Dio e le persone omosessuali la benedicano, dicano cioè bene di lei". Il sacerdote ieri è stato subissato di telefonate. "Non credevo che la dichiarazione di un prete di provincia suscitasse tanto interesse. Prima di me la presa di posizione dell’ex santo Uffizio era stata contestata fra gli altri dal la conferenza episcopale austriaca, in particolare dall’arcivescovo di Vienna cardinale Cristoph Schoenborn o dal vescovo di Anversa, Johann Bonny che si è scusato con gli omosessuali".

A chiamare don Giulio per ringraziarlo sono stati anche moltissimi gay spezzini. "Un ragazzo gay che frequenta regolarmente la messa mi ha detto che quella dichiarazione è stata come se una madre, tale è la Chiesa per i credenti, dicesse a una figlia o un figlio che la sua sessualità fa schifo". Don Giulio sospira: "Penso a quanti bambini si trovano in istituti o orfanotrofi e potrebbero essere accolti da coppie di donne o uomini e crescere molto meglio". Per ora le dichiarazioni di don Giulio che già in passato suscitò clamore quando si pronunciò a favore della legge Cirinnà sulle unioni civili o di quella sulle Dat, le dichiarazioni anticipate di trattamento a proposito del fine vitai non hanno determinato prese di posizione nella curia diocesana. In via Minzoni nessuno rilascia commenti. Don Giulio non appare preoccupato. F.D.