Coro di "no" pei i container nell'area Enel

Dopo il sindaco, anche forze politiche e sindacati contrarie al progetto. "Forte impatto sull’ambiente e scarse ricadute occupazionali"

Juri Michelucci

Juri Michelucci

La Spezia, 10 luglio 2020 - È un ‘no’ finora compatto quello che si leva dalla città contro il piano di Enel per la creazione di un deposito doganale nelle aree della centrale di Vallegrande, prossime alla dismissione. Il progetto lanciato dal direttore di Enel Italia, Carlo Tamburi, già stroncato dal sindaco Pierluigi Peracchini , è ora bocciato anche dai sindacati: Cgil, Cisl e Uil fanno fronte comune contro il piano che potrebbe essere operativo già a inizio 2021. "Se fosse vero, sarebbe un fatto grave – spiegano le segreterie provinciali delle tre organizzazioni sindacali – In occasione del convegno organizzato lo scorso anno proponemmo una riqualificazione complessiva dell’area, a partire da un forte investimento nel settore delle rinnovabili. Un progetto affrontato anche nel tavolo di confronto avviato dalla Regione, dove Enel si era impegnata a condividere con tutti un percorso complessivo di riqualificazione. L’emergenza Covid ha bloccato tutto, ma questo non può indurre Enel a decidere il futuro di una parte importante del territorio scavalcando interlocutori che rappresentano la comunità". Secondo i sindacati il progetto proposti da Enel sarebbe "molto invasivo e poco rilevante dal punto di vista occupazionale. Altri sono i progetti che Enel dovrebbe proporre per la riqualificazione dell’area e per dare sbocco occupazionale ad un territorio che ne ha bisogno. Condividiamo il parere contrario del sindaco. Riteniamo indispensabile che la Regione convochi il tavolo Enel e pretenda qualcosa di più concreto, e ci auguriamo che il territorio, contribuisca a costruire una soluzione condivisa per la riqualificazione dell’area. Se non si troverà un progetto condiviso, sarà inevitabile una cannibalizzazione dell’area anche a fini speculativi. Sarebbe una sconfitta che la città non può permettersi". Il progetto ha scatenato anche il dibattito politico. Per il consigliere regionale Juri Michelucci ( nella foto ) e il consigliere comunale Federica Pecunia, di Italia Viva, il sindaco Peracchini "non ha fatto tutto ciò che si poteva per contrastare dall’inizio con atti concreti il progetto di Enel di convertire a gas la centrale di Spezia. Nell’ottobre del 2018 fu proprio la sua maggioranza ad approvare un ordine del giorno in cui si apriva alla possibilità di una conversione a gas, salvo poi ritrattare tutto. Oggi Enel decide del nostro territorio perché il sindaco della città non ha imposto regole chiare da subito". Immediata la replica dei consiglieri comunali arancioni, Andrea Biagi e Marco Frascatore, per i quali "è il Governo responsabile delle linee guida di politica energetica nazionale, di cui Italia Viva fa parte. Ma ogni occasione è buona per l’opposizione per attaccare Comune e Regione. Ancora oggi un esecutivo composto da forze di centrosinistra ha voluto imporre le sue decisioni alla città, passando dal carbone al turbogas nonostante il no del Comune". Sul tema si è espresso anche il consigliere regionale di Linea Condivisa, Francesco Battistini, contrario "sia all’ipotesi di mantenimento del turbogas, sia all’ipotesi di una riconversione di Vallegrande verso un polo logistico che, da un punto di vista ambientale sarebbe pesantemente invasivo e che non porterebbe a sviluppi occupazionali degni di nota". Matteo Marcello