ALMA MARTINA POGGI
Cronaca

La scelta di Lorenzo, contadino a 19 anni: “Un lavoro duro e faticoso ma che regala grandi soddisfazioni”

Da qualche mese ha preso in mano le redini dell’azienda di famiglia, a Varese Ligure. E nei suoi quindici ettari pascolano due cavalli e sedici mucche, sorvegliate dal fido Apollo

Lorenzo Parmigiani, diciannovenne di Case Camou

Varese Ligure (La Spezia), 2 giugno 2024 - Testa sulle spalle e piedi ben piantati, saldi, a terra. Nella sua terra. Che cura e coltiva con quella stessa passione trasmessagli dal nonno paterno, con il quale da bambino andava nei campi per aiutare nei primi piccoli lavoretti: raccogliere il fieno, togliere pietre ed erbacce, rastrellare foglie secche. Una passione grazie alla quale lui, oggi, può dire con orgoglio che è proprio vero che "se si ama il proprio lavoro, non si lavora neanche un giorno". Lorenzo Parmigiani, diciannovenne di Case Camou, frazione a quattro chilometri da Varese Ligure, il mestiere del contadino ha sempre saputo, dentro di sé, di volerlo fare. E come lui, lo avevano intuito i suoi genitori, che hanno appreso ufficialmente della sua decisione, però, soltanto poco prima che il figlio raggiungesse il traguardo del diploma in Ragioneria. E da quel giorno, maturità acquisita, Lorenzo ha preso in mano con decisione e definitivamente le redini dell’azienda agricola della mamma, che ora è intestata esclusivamente a lui; e nei suoi circa quindici ettari di terreno oggi pascolano Sorriso e Asia, i suoi due cavalli, e ben sedici mucche seguite dal fido Apollo, l’attento cane meticcio che è sempre al suo fianco.

“La nostra famiglia ha origini contadine – esordisce –. E io, in cuor mio, ho sempre sentito che quella sarebbe stata la mia strada, tanto che già a cinque anni a chi mi chiedeva che cosa volessi fare da grande, senza alcuna esitazione ho sempre risposto: il contadino. Questo è un mestiere che come si dice ’si fa con la schiena’ – precisa Lorenzo –. Non ci sono molte alternative: è un lavoro duro e faticoso ma che regala grandi soddisfazioni".

Con questo tipo di attività, assicura Lorenzo, si può vivere dignitosamente e per questo lui è pronto a consigliarlo a chiunque senta il desiderio di intraprenderlo. "La cosa che in assoluto mi piace di più – confessa ancora – è essere a contatto quotidianamente con la natura e il suo volgere di stagione in stagione. D’altronde questo è un mestiere dove comanda il tempo, c’è poco da fare. Ma anche questo, devo dire, mi piace, perché ogni giorno non è mai uguale all’altro". E se durante l’inverno la sveglia può suonare alle sette e la giornata, come dice lui, "è un po’ più soft" – con la pulizia della stalla, il fieno agli animali e la rastrellatura dei pascoli –, in estate invece la giornata inizia inderogabilmente alle sei: "Questa mattina c’è stato, per esempio, lo spostamento di alcune mucche da un recinto all’altro, resosi necessario per dividere quelle gravide dalle giovenche". C’è Bianchina, Fiorella, Stellina e Gigetta, che Lorenzo sa distinguere tutte a colpo d’occhio, e quando gli si domanda quale sia il segreto per riconoscerle, anche da lontano, lui risponde che l’occhio può ingannare ma non l’esperienza. E ce ne vuole di perizia, soprattutto nei momenti più delicati come quello del parto. " Il momento della nascita di un vitellino è un’esperienza molto bella ed emozionante – dice – ne ho già visti nascere più di una ventina e ho capito che nonostante si tratti di un evento naturale, occorre comunque essere presenti, attenti e aiutare l’animale affinché non corra alcun pericolo. Solo così il più delle volte tutto procede con naturalezza e per il meglio".

Lorenzo che mostra davvero già tanta saggezza che lui però, schermendosi, chiama umiltà; dai suoi diciannove anni guarda già anche al futuro: "Vorrei pian piano riuscire a ingrandire la proprietà, acquistando altri terreni utili al pascolo e naturalmente anche molti più capi di bestiame. Il mio desiderio – conclude – sarebbe in realtà quello di poter arrivare ad avere una cinquantina di mucche fattrici per poi immettermi nella filiera della produzione del latte, diventando finalmente socio della cooperativa casearia che produce qui a Varese". Idee chiare, grinta e grande tenacia caratterizzano questo ragazzo, che alla definizione moderna di imprenditore agricolo preferisce di gran lunga quella più semplice e autentica di contadino. Più vicina alla sua indole, ma anche alla storia, sua e della sua famiglia.