
La Spezia
La rotta d’Africa porta in dote al Gruppo Antonini poco meno di 500 milioni di euro e sancisce un salto di qualità negli orizzonti di mercato dell’azienda fondata alla Spezia nel secondo dopoguerra da Walter Antonini. Si tratta di tre maxi commesse formalizzate nelle ultime settimane nel comparto, da tempo strategico per il gruppo, dell’Oil & Gas. A cui va aggiunta quella, altrettanto rilevante, già acquisita da Chevron per la produzione di un impianto Meg, un modulo di processo del valore di 15 milioni di euro. Ha di che essere soddisfatto Lorenzo Antonini (figlio di Claudio, 82 anni, ancora attivissimo ex patron), attuale direttore generale del gruppo, appena rientrato dal Congo, dove ha incontrato il ministro del petrolio e il top management di Eni.
Nel paese africano il Gruppo Antonini – 750 dipendenti fra quelli della ’casa madre’ di Muggiano, gli stabilimenti di Arcola e Groppoli di Mulazzo, in Lunigiana, e la quota di assunzioni all’estero, negli Stati con cui sono stati siglati gli accordi industriali – ha appena firmato un robusto contratto per la costruzione e il revamping delle piattaforme già esistenti per il progetto Lng. Si tratta, in particolare, della realizzazione e messa in produzione della nuova piattaforma Whp2, interamente realizzata a Spezia, dei lavori alla centrale di Ljtchengilj on-shore, delle piattaforme di Litchengilj e WHP4 off-shore, oltre alla centrale di M’Boundi, il centro oli della Repubblica del Congo. In sostanza, tutti gli interventi sulle due centrali e le tre piattaforme che ricevono il gas di Eni in arrivo con le navi per il processo di liquefazione necessario al trasporto verso le successive destinazioni. Un contratto che supera i 100 milioni di euro. "Si tratta indubbiamente di risultati importanti – commenta Lorenzo Antonini – che il nostro gruppo ha raggiunto grazie all’impegno dei nostri vertici aziendali, a cominciare dai miei fratelli Simone, ceo del gruppo, e Massimo, responsabile del commerciale, a cui si affianca un efficientissimo staff, con Gabriele Mariani, Marzia Panigati e Auro Bosi". Ma non c’è solo il Congo. In Libia è prevista la realizzazione, per Mellitha, di un modulo di compressione destinato alla piattaforma Sabratha, con le modifiche alla piattaforma stessa, necessarie per il ricevimento della struttura: un colosso da 2.000 tonnellate, dotato di 2 compressori gas prodotti da Simens. Il modulo – spiega Lorenzo Antonini – è destinato ad aumentare la produzione di gas verso l’Italia attraverso il gasdotto Greenstream. La piattaforma Sabratha è una delle più grandi del Mediterraneo, con una profondità di 190 metri. Il contratto vale 240 milioni di euro.
E poi c’è la commessa angolana, 125 milioni di euro, per la realizzazione della piattaforma Maboquiero, 5.900 tonnellate, 98 metri di altezza, destinata all’estrazione di gas naturale. Sarà costruita per Azule Energy (controllata da Eni e Bp), il maggiore produttore indipendente di petrolio e gas dell’Angola, nel cantiere spezzino e successivamente trasportata nello stato africano per l’installazione.
Cosa significano queste commesse?
"Si tratta di contratti – osserva Antonini – destinati a portare il Gruppo ad un livello superiore, aprendo la strada verso nuove sfide di mercato, sono in corso infatti trattative anche con Iraq e Libia, nel campo delle piattaforme, e anche con la Croazia".
Questo significherà un graduale disimpegno dai settori delle costruzioni di navi tradizionali?
"Tutt’altro. E’ vero che queste ultime costituiscono la quota meno rilevante (il comparto Oil&gas rappresenta oggi il 96% del fatturato del Gruppo Antonini, ndr.). Ma ciò non significa affatto l’abbandono degli yacht, come dimostra il fatto che stiamo attualmente lavorando anche per San Lorenzo. Il nostro obiettivo è la crescita su tutti i fronti, a cominciare da quello del lavoro: ultimamente abbiamo assunto una decina di ingegneri. Con la nostra politica, oltretutto, diamo un contributo anche sul fronte dell’emergenza emigrazione offrendo opportunità professionali a tanti giovani africani altrimenti obbligati a cercare di raggiungere le nostre coste nelle condizioni che ben conosciamo".
Il prossimo ’tour’ a caccia di commesse per Lorenzo Antonini porta verso Tunisia, Libia ed Emirati. A casa, del resto, dove lo aspetteranno come al solito la moglie Silvia Viaggi e le tre figlie Vittoria, Irene e Sara, ormai sono abituati…