Cinque Terre, stop ai fritti e al take away contro il turismo mordi-e-fuggi

A Riomaggiore, Comune e Regione lavorano a un’intesa sulla valorizzazione. Pecunia: "Anche così puntiamo a contrastare il mordi e fuggi dei vacanzieri"

Commercio, è rivoluzione. Stop ai fritti e al take away

Commercio, è rivoluzione. Stop ai fritti e al take away

Riomaggiore (La Spezia), 11 aprile 2024 – Stop alle friggitorie, ai take away, ai distributori automatici. Per contrastare quel turismo ’mordi e fuggi’ che caratterizza i borghi delle Cinque Terre, a Riomaggiore, il Comune sta lavorando a un piano di valorizzazione che passi anche attraverso la qualità delle attività commerciali.

Proprio a ridosso del ponte pasquale è stato pubblicato il testo dell’intesa che l’amministrazione comunale andrà a firmare con la Regione nell’ambito del piano che punta a introdurre divieti e vincoli all’esercizio del commercio in determinate aree pubbliche aventi valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico. Un disegno che non riguarda solo Riomaggiore e Manarola, ma anche Groppo e Volastra.

"Una serie di provvedimenti a tutela degli abitanti e delle imprese coniugando la necessità del mantenimento dell’identità e delle tradizioni del territorio" per dirla con le parole della bozza d’intesa che attribuisce a specifiche tipologie di attività commerciali "un ruolo ostativo ai processi di riqualificazione in atto, sia riferiti allo sviluppo economico, sia alla vivibilità e fruibilità sociale dell’area". Nelle aree centrali dei borghi, individuate dalla planimetria allegata all’intesa, non potranno trovare dunque posto numerose attività, quali quelle di somministrazione di alimenti e bevande esercitate in qualunque forma (ma ad eccezione di quelle in possesso della certificazione Cets, la Carta europea del turismo sostenibile rilasciata dal Parco Nazionale delle Cinque Terre; ndr), distributori automatici di prodotti alimentari e non alimentari installati sul suolo pubblico, attività di vendita alimentare, di preparazione e cottura finalizzata esclusivamente alla vendita di alimenti fritti (friggitorie; ndr), e anche attività di vendita finalizzate esclusivamente all’asporto e al consumo sul posto; Nel mirino anche macellerie e pollerie che prevedono la vendita di prodotti non di origine italiana, i bazar "che offrono una gamma indistinta e generalizzata di prodotti vari senza alcuna specializzazione".

Un lungo elenco di attività che, con l’entrata in vigore dell’intesa, non potranno più insediarsi in determinate aree; stop anche al trasferimento di sede delle attività esistenti dall’esterno verso l’interno dell’area tutelata, e all’ampliamento della superficie di vendita, di somministrazione o di esercizio, delle attività esistenti, mentre le attività economiche esistenti nel perimetro potranno continuare a svolgere la loro attività. Attenzione anche ai fondi sfitti, con i proprietari che saranno obbligati a pulizia e manutenzione costante. "L’obiettivo è regolamentare il commercio – dice il sindaco Fabrizia Pecunia –. Bisogna dare il segnale di un commercio di qualità, non rivolto al turista mordi e fuggi. Abbiamo avviato un confronto con le associazioni di categoria".