
Paolo Bronzi
La Spezia, 28 dicembre 2019 - Poveri , il più delle volte, si nasce. Ma capita di diventarci, in varie modi: per errori propri, per circostanze incontrollabili, per conseguenza di malefatte altrui. Quest’ultimo caso si addice a Paolo Bronzi, 65 anni: un passato da florido commerciante e un presente da povero che non può nemmeno fruire come vorrebbe della pensione maturata in oltre 43 anni di lavoro, gli ultimi dei quali dietro al banco della erboristeria "L’oasi, le erbe, il mistero" nel centro cittadino di La Spezia. «Tutta colpa del fiscalista al quale avevo demandando la tenuta della contabilità...." racconta al tavolo della mensa dei poveri, gestita sulla collina di Gaggiola dai frati francescani, dove ogni giorno si reca per il pranzo. Scrolla la testa, quasi assalito da un senso di colpa, quella di non aver controllato de visu l’attività svolta dal professionista. "Mi fidavo. Era sempre stato corretto: mi ricostruiva puntualmente l’andamento dell’attività commerciale, mi indicava l’ammontare delle tasse da pagare, gli davo i soldi per farlo e mi girava la ricevuta...". Fino a quando...? "Fino a quando ho scoperto, in progress, di essere considerato dallo Stato un evasore fiscale, perseguito dall’erario". Cosa era accaduto? "Semplice, che il fiscalista non aveva provveduto a pagare le tasse. Per dimostrare che lo faceva, ogni volta mi esibiva la documentazione sulla tracciatura di conteggi e versamenti: era carta straccia, falsi su falsi". Come si è giustificato il fiscalista con lei? "E’ sempre sfuggito alle spiegazioni. Ho saputo che non sono stato il solo a cadere nella sua trappola. Ha diversi processi, alcuni già definiti con condanne". Ma lei lo ha denunciato? "Mi sono trovato senza nemmeno i soldi per mangiare; e di dover pagare un avvocato non era davvero il caso, per poi magari correre il rischio di dover pagare anche le spese processuali in caso di condanna del fiscalista, visto che ora al fisco risulta nulla tenente. Poi la mia religione, sono buddista, non va a ricerca di rivalse. Lui già tribola per conto suo...". E la sua pensione frutto di tanti anni di lavoro? "Bloccata in buona parte dal fisco per dare corso al recupero dell’evasione fiscale indotta". La sua vita ieri e oggi? "Prima ero un benestante. Viaggi, cinema e teatro erano frequenti. Mi è rimasta fortunatamente una casa. Nessun problema per dormire. Ma vivo al freddo: ho rinunciato alla caldaia a gas, ho una stufetta elettrica che accendo solo quando si gela". E per il pranzo va dai frati francescani... "Sì, siamo circa 90 a usufruire del loro servizio. Si mangia bene, c’è un bel clima, i volontari che ci servono sono molto gentili". Il domani? "Spero di locare un fondo rimasto sfitto per la crisi. Giusto per riscaldarmi meglio e concedermi qualche svago". Corrado Ricci © RIPRODUZIONE RISERVATA