Cinque Terre laboratorio del clima Il monitoraggio per capire e agire

Bianchi, moderatrice del convegno della Fondazione Cima, centra l’accordo che guarda al futuro. La Protezione civile come cabina di regia degli esperti da coinvolgere sulla via dell’adattamento

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Passerà dalle Cinque Terre il monitoraggio per studiare meglio i cambiamenti climatici in Liguria e per definire le strategie di adattamento al trend. E’ una delle prospettive aperte dal convegno promosso dalla Fondazione Cima - svoltosi nel campus universitario di Savona - nell’ambito del ’mandato’ ottenuto dalla Regione Liguria ad illuminare le scelte del futuro per fronteggiare i riflessi sull’economia locale, quella agricola e quella del mare, la prima esposta a siccità e nubifragi localizzati, il secondo ’generatore’ e teatro di violente tempeste, nel progress del suo innalzarsi (5070 centimetri nel 2100).

Donatella Bianchi non solo ha moderato i confronti tra uomini della scienza e della politica ma, nelle vesti di presidente del Parco nazionale, ha anche portato a casa il risultato di una nuova mission delle Cinque Terre: diventare (attraverso la posa di sensori meteo) sentinelle del cambiamento climatico e crocevia dei ragionamenti per costruire il futuro, per agire e non subire. "Concorreremo alle analisi e ai processi che devono discendere dalle prime; l’accordo, al momento, verte sulla prevenzione degli incendi conseguenza della siccità. Ma il tema è contiguo a quello della viticoltura da salvaguardare e della linea di costa da proteggere", spiega la numero del Parco. La prospettiva si salda al ruolo propulsivo riconosciuto alla Protezione civile regionale nel giocare d’anticipo sui fenomeni meteo estremi e dell’azione dopo gli stessi andando oltre la mera logica della ricostruzione per traguardare strutture più resistenti a reggere l’onda d’urto delle bombe di vento e di acqua. "C’è esigenza è quella di dare vita ad un tavolo di confronto permanente tra istituzioni diverse ma chiamate, ognuna per le sue competenze, a farsi carico delle azioni di analisi e adattamento. Sicuramente la Protezione civile ha un bagaglio di esperienze e un modus operandi che favoriscono la visione d’insieme, le interazioni, l’azione preventiva" ha rilanciato il presidente della Fondazione Cima Luca Ferraris.

Musica per le orecchie dell’assessore regionale Giacomo Giampedrone: "Noi siamo pronti a dare il contributo dell’esperienza. E essenziale che la Protezione civile sia dotata di poteri e risorse e non diventi la foglia di fico per mascherare l’inerzia di altre istituzioni". A monte, anzi alla base, c’è il problema della politica ancora dormiente. "Nei programmi elettorali ancora non abbiamo colto idee e dichiarazioni di impegno per preparare Stato, Regioni, Parchi e Comuni a gestire i cambiamenti climatici", ha punzecchiato Bianchi. "Sì. ll tema va messo tra le priorità" ha rimarcato la deputata e l’assessora spezzina Manuela Gagliardi.

Corrado Ricci