Rifugio dei cinghiali, spunta un proprietario. "Animali messi nel recinto a mia insaputa"

Chella: "Trattative fatte con l’ex affittuario che però non aveva titoli per accreditarsi come controparte nell’accordo con gli enti"

Un momento del presidio animalista davanti al parco della Maggiolina

Un momento del presidio animalista davanti al parco della Maggiolina

Riccò del Golfo (La Spezia), 3 settembre 2022 - Mangiano con gusto, giocano con piacere, curano il decoro aiutandosi vicendevolmente nei lavaggi . Così i cinghiali nella nuova dimora nel bosco di Riccò del Golfo dopo il trasloco dal parco della Maggiolina. Ci sono tutti (due adulti e sei cuccioli) e stanno bene. La prova viene da un video registrato dalla Lav attraverso una telecamera spia. Tutto bene? Beh, non proprio. Non tanto per la salute degli animali ma per le incognite che si presentano in ordine al perdurare della fruibilità dell’area (di tre ettari) a fronte di una circostanza emersa alla distanza: il proprietario della stessa ha saputo del trasferimento a cose fatte.

"Nessuno si è premurato di dirmi che lì sarebbero stati traslocati i cinghiali, con tutte le responsabilità che ricadono, formalmente, su di me e che io non voglio assumere" dice Stefano Chella, imprenditore edile spezzino, proprietario dell’area, stabilendo un contatto con la redazione.

Scusi, non è lei il cacciatore che un tempo voleva adibire l’area a zona per l’addestramento dei cani e che ora ha messo a disposizione la stessa della Regione per ospitare i cinghiali?

"No. Io con la caccia non ho niente a che fare. La persona che coltivava tempo fa il proposito della cosiddetta Zac e che, dopo la querelle dei cinghiali nel parco, ha interagito con la Regione e con la Lav è l’ex affittuario dell’area. Se si è proposto come proprietario non lo so. Se così ha fatto, come si desume da comunicati e narrazioni giornalistiche, non ha rappresentato la realtà. Io, fin dall’apertura delle trattative per salvare i cinghiali, tra ordinanza anti abbattimento firmata dal sindaco Pierluigi Peracchini e contrarietà espressa dall’assessore regionale Alessandro Piana, sono stato ignaro della prospettiva d’uso mio terreno; così anche dopo la soluzione caldeggiata del presidente Giovanni Toti, schierato col primo cittadino".

Da chi ha saputo?

"Da amici, al momento del mio ritorno dall’estero dove mi ero recato per motivi di lavoro".

Cosa le hanno detto?

"Mi hanno chiesto se mi fossi messo a fare affari sulla pelle dei cinghiali...".

Come l’ha presa?

"Beh, con disappunto. Anche se credo che dietro all’operazione non ci sia nessuna speculazione da parte di chi si è proposto come proprietario dei terreni sono sgomento in relazione al comportamento suo e della Regione. Gli uffici avevano le carte..."

Cioè?

"Quando, nel febbraio del 2021, rappresentati all’affittuario che era inadempiente rispetto al contratto che aveva firmato con mio padre, nel frattempo deceduto, mi premurai di dare comunicazione anche alla Regione, via pec: al protocollo dell’ente e al Dipartimento all’Agricoltura".

Può fornirne prova?

"Ci sono le mail e la ricevuta della raccomandata che inviai all’affittuario".

E ora?

"Ho messo a conoscenza del pasticcio il mio avvocato".

I cinghiali, salvati dall’esecuzione, stanno benone nel suo terreno...

"Sono contento per loro. Sono assolutamente sconcertato per la situazione che si è venuta a creare e che mi espone a grossi rischi".

Cioè?

"Se cinghiali fuggissero e facessore dei danni potrei essere chiamato a risponderne. Non voglio questa responsabilità!".

Sue mosse?

"Per ora attendo chiarimenti dai vari soggetti privati, istituzionali e associativi protagonisti della storia".

La Lav ha chiesto alla Regione di gestire l’area per garantire un futuro di cure ai cinghiali...

"Stanno facendo i conti senza l’oste...".