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Case al posto dell’hotel. Il Royal Sporting non ci sta Comune trascinato al Tar

Nel mirino della proprietà il niet allo svincolo della destinazione alberghiera. Sturlese: "Struttura importante per rispondere alle richieste dei turisti".

Case al posto dell’hotel. Il Royal Sporting non ci sta Comune trascinato al Tar

Da una parte la volontà della proprietà di trasformare quello storico albergo in residenze di lusso; dall’altra la ferma decisione del Comune che, presenze turistiche alla mano, ritiene quella struttura ricettiva di pregio in grado di rispondere alla sempre più crescente richiesta di servizi alberghieri. Un braccio di ferro che è destinato a finire davanti ai giudici del tribunale amministrativo regionale, quello tra la Fil Casa, società milanese proprietaria del Royal Sporting Hotel di Porto Venere – riconducibile a Raffaele Paletti – e il Comune guidato dal sindaco Francesca Sturlese. Nei giorni scorsi, la società ha depositato un ricorso finalizzato a ottenere l’annullamento di quanto deciso nel novembre scorso dagli uffici comunali, che rigettarono l’istanza presentata per lo svincolo della destinazione alberghiera. Nel mirino della proprietà dell’albergo è finita la determina comunale numero 471, nella quale gli uffici dell’ente comunale, al termine dell’istruttoria, hanno bocciato la richiesta presentata la scorsa estate per ottenere l’uso residenziale del complesso, che si articola su sei piani per un totale di circa 8000 metri quadrati, con 56 camere per 110 posti letto, sala convegni, sala fitness, piscina scoperta, campo da tennis e parcheggio interno. Un secco no, quello del Comune, che non condivideva "la bassa competitività del Royal, alla luce dei dati delle presenze turistiche registrate negli ultimi anni che registrano un andamento in ascesa. Il numero degli alberghi – si legge tra le motivazioni del provvedimento – è esiguo per la frazione di Porto Venere, dotata di poche strutture alberghiere, a fronte di una domanda turistica consistente specialmente nel periodo di alta stagione. Si ritiene che non si possa definire dunque lo Sporting Hotel una struttura a bassa competitività". Non solo: proprio in merito alla destinazione residenziale della immobile, secondo gli uffici comunali "non è verificata la sostenibilità economica finanziaria dell’operazione, che potrebbe rivelarsi meno sostenibile di quella alberghiera; non sono sufficientemente dimostrate le motivazioni per le quali si richiede lo svincolo della destinazione alberghiera da parte della società". Il niet imposto dagli uffici non è piaciuto alla proprietà della struttura alberghiera, che ha deciso di impugnare il provvedimento comunale. "La richiesta di svincolo non risulta confacente con gli obiettivi che si pone la nostra amministrazione – spiega il sindaco di Porto Venere, Francesca Sturlese –. Il nostro è un comune a vocazione turistica che deve essere in grado di garantire a chiunque voglia soggiornare presso i nostri territori una vasta gamma di servizi. Il Royal è sempre stato una delle strutture ricettive più attraenti del nostro comune e vorremmo potesse tornare ad esserlo".

Matteo Marcello