
Carta sentieri, sos nuova tariffa: "Così si fa un danno alle 5 Terre"
Prima i biglietti del treno, poi la carta dei sentieri. Identico lo scopo (limitare l’afflusso indiscriminato di turisti e salgaguardare il territorio), uguali anche le conseguenze: proteste di residenti, associazioni, turisti (colpiti nel portafogli) e polemiche politiche. Roberto Centi, consigliere regionale Lista Sansa e Nicola De Benedetto della segreteria regionale Sinistra Italiana, intervengono sui rincari alle Cinque Terre. "La conclusione della manovra che la Regione ha prodotto sulla regolamentazione dei flussi, è l’ennesima prova della volontà di Toti di imporre le sue logiche, anche contro la volontà dei sindaci e del territorio. Associazioni, comitati e sindaci sono riusciti in una fase molto delicata ad assumere una posizione collegiale: è questa che deve continuare ad animare il territorio. Anche il Parco, però, rappresentando l’ente che aggrega le amministrazioni municipali e ha il compito di tenere alto il profilo del territorio, deve fare la sua parte nella mediazione e moderazione delle strategie tariffarie". Da qui la richiesta che il prezzo della carta sentieri per i periodi di maggior afflusso "colga il senso della misura e non venga raddoppiato. Non è plausibile che la gestione dei flussi sia fatta di queste parole d’ordine. E’ opportuno ricostruire strategie che coinvolgano amministrazioni locali e associazioni per rivedere l’impostazione dell’offerta turistica". Questo per salvaguardare la qualità dei borghi rivieraschi "e sottrarre ad una commerciale e di aumento indiscriminato delle tariffe, la grande potenzialità delle 5 Terre. Basta poco infatti a fare diventare le Cinque Terre un posto in cui si paga cara anche l’aria che si respira, mentre tutti dovremmo adoperarci per garantire il futuro che meritano".