MATTEO MARCELLO
Cronaca

Capre e pecore ’abusive’. Dieci capi di bestiame in attesa di giudizio

Detenuti illegamente, ma il Tar blocca l’abbattimento

Cinque pecore e cinque capre, la cui vita è legata a doppio filo alla decisione di un giudice. È la vicenda che vede protagonista un cinquantenne algerino costretto da Asl5 ad abbattere gli animali, salvati temporaneamente da un primo pronunciamento del Tar ligure, che ha bloccato la macellazione in attesa di giudicare nel merito il ricorso presentato dal cittadino nordafricano.

Tutto nasce da un’ispezione degli ispettori di Sanità animale di Asl5, che individuano in un campo situato al confine tra i Comuni della Spezia e di Arcola, cinque capre e cinque pecore completamente sprovvisti di marchi auricolari identificativi che, a detta dell’uomo, gli erano stati regalati da un amico che, dovendo ritornare in Marocco, non poteva più occuparsene.

Al cinquantenne algerino viene così contestato di aver avviato un allevamento senza provvedere alla registrazione prevista dalla legge, con animali privi di tracciabilità e senza certificazione sanitaria. Da qui non solo il provvedimento di blocco degli animali, ma soprattutto l’obbligo di avviare pecore e capre all’abbattimento senza indennizzo, ovvero alla macellazione e successiva distruzione delle carni, alla luce della situazione epidemiologica attuale in Liguria relativa alla febbre catarrale degli ovini (Blue Tongue) e alla brucellosi ovicaprina.

L’uomo non si è perso d’animo e, sostenuto da un legale, ha presentato ricorso al Tar contro il provvedimento, sostenendo che le capre e le pecore sono da considerarsi domestiche, e che gli animali godessero comunque di buona salute, dichiarandosi disponibile a mantenere capre e pecore come animali da compagnia. Il Tar, anche alla luce della buona salute di cui godono gli animali, ha sospeso l’ordine di abbattimento di Asl5 in attesa della discussione nel merito.

Matteo Marcello