
Quattro richieste di rinvio a giudizio sulla presunta mala gestio del canile municipale di San Venerio. Il sostituto procuratore Rossella Soffio chiude il cerchio sulle indagini svolte sul campo da Guardia di Finanza e polizia municipale, chiedendo il processo per Antonietta Zarrelli, all’epoca dei fatti responsabile dell’Ufficio tutela animali del Comune, per il titolare della Animal Coop che gestiva in quegli anni il canile, Ernesto Zagni; per l’allora responsabile spezzina dell’associazione Anta Onlus, Virginia Caleo, e per Valentina D’Alessandro, all’epoca direttore della struttura di San Venerio. Le accuse, a vario titolo, sono di truffa, falso materiale e ideologico, rivelazione di segreto d’ufficio e abbandono di animali. Il giudice Marta Perazzo ha fissato per il prossimo 25 febbraio l’udienza preliminare. Nel mirino dell’inchiesta è finita la gestione del gattile dell’impianto comunale, attorno al quale sarebbero emerse fatture e profitti gonfiati. La Zarrelli e la Caleo sono indagate in concorso per truffa perchè avrebbero falsamente attestato una presenza di gatti nella struttura superiore a quella effettiva, generando dal dicembre 2012 al marzo 2015 a favore dell’associazione guidata dalla Caleo un profitto maggiorato di oltre 51mila euro. In soldoni, il Comune della Spezia, a fronte di un contratto che prevedeva un riconoscimento di 2,02 euro al giorno per ogni gatto, avrebbe pagato per la custodia di animali in realtà esistenti solo sulla carta, in quanto la colonia felina non avrebbe mai superato le venti unità. Stessa accusa ancora per la Zarrelli e per Zagni: in questo caso, il profitto maturato dalla presunta condotta illecita avvenuta tra l’aprile 2015 e il maggio 2017 sarebbe stato di 53mila euro e spiccioli, sborsati sempre dal Comune della Spezia a favore della Animal Coop di Zagni. La sola Zarrelli è poi finita nel mirino per falsità materiale e ideologica, perchè avrebbe attestato falsamente e a più riprese la regolarità del servizio reso dalla Anta Onlus e dalla AnimalCoop: secondo la procura infatti non veniva operata alcuna verifica sul numero di gatti presenti. L’ex responsabile dell’Ufficio tutela animali del Comune della Spezia, oggi in pensione, è accusata dal pm anche per rivelazione del segreto d’ufficio: secondo gli inquirenti nel novembre del 2017 avrebbe svelato a Ernesto Zagni, allora gestore del canile di San Venerio, un controllo imminente da parte della polizia provinciale, formalmente richiesto da lei stessa.
Un’altra accusa, questa volta per maltrattamento di animali, vede invece finire nel mirino Ernesto Zagni e l’allora direttore della struttura di San Venerio, Valentina D’Alessandro. Secondo la procura spezzina, dall’agosto del 2015 alla fine del 2016 avrebbero mantenuto gli animali all’interno dell’impianto "in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze". Il sostituto procuratore, non ravvisando reati contestabili nel loro operato, ha chiesto invece l’archiviazione del procedimento nei confronti dell’ex sindaco Massimo Federici e della dirigente comunale Laura Niggi, assistiti dai legali Antonella Franciosi e Silvia Rossi. Il collegio difensivo sarà invece composto dai legali Andrea Giorgi, Laura Buffoni, Stefania Mannino, Rodolfo Meloni e Francesco Vetere.