REDAZIONE LA SPEZIA

Campanelli rotti sul van Trotta. E porta tenuta su con le fascette

Lo sfogo di un professionista reduce da un viaggio a bordo del mezzo che copre la linea per Pitelli "In arrivo da una trasferta all’estero, sono rimasto sconcertato. Mi vergogno per la mia città".

Il van di Trotta con i campanelli rotti

Il van di Trotta con i campanelli rotti

"Sono tornato domenica sera da un viaggio di lavoro nel Nord Europa e ho avuto la cattiva idea di fare rientro alla mia abitazione, che in si trova in zona Canaletto, avvalendomi del servizio pubblico". Comincia così lo sfogo di un professionista spezzino – la lettera è firmata –, testimone nei giorni scorsi di un episodio che documenta in modo abbastanza significativo le condizioni di alcuni mezzi impiegati per coprire le linee cittadine di trasporto. "Sono arrivato alla stazione centrale intorno alle 19, dopo un viaggio iniziato al mattino e nel corso del quale sono stato costretto a servirmi, nell’ordine, di tram, autobus, aereo, navetta e di quattro diversi treni: tutti puntuali, puliti, equipaggiati con personale disponibile e formato per interagire, in lingua inglese, con turisti e viaggiatori provenienti dall’estero". La ciliegina sulla torta – l’ironia è palese – si è materializzata con l’arrivo alla Spezia centrale. "Già conoscevo il rammarico di vivere in una città che, pur avendo una manifesta vocazione turistica, non dispone di un piazzale, situato nei pressi della stazione centrale, che faccia da snodo nevralgico delle principali corse urbane. Questa è cosa nota. Quello che non sapevo, e che ho appreso a mie spese, è che è stata recentemente cassata l’unica fermata che c’era lungo via Fiume, lato Arsenale, proprio a ridosso della rotonda di piazza Saint Bon. Per aspettare l’autobus ho raggiunto, bagaglio in spalla, corso Cavour. Lì sono salito sul primo mezzo disponibile: un minivan di Trotta che copriva la tratta Muggiano-Pitelli. A bordo, lo sconcerto. L’aria condizionata non funzionava e non c’era possibilità di aprire i finestrini: l’unica presa d’aria, ovviamente sigillata, era sul tetto del furgone ed era l’uscita di sicurezza. La porta posteriore era inutilizzabile e per garantirne la chiusura erano state impiegate due fascette da elettricista. Come se non bastasse, un foglio appeso malamente con del nastro isolante alla parete dell’abitacolo metteva in guardia i passeggeri: ’Campanelli non funzionanti. Richiedere la fermata a voce. Grazie’. Ovviamente, la scritta era soltanto in inglese. Il van era pieno di gente, e tra loro anche una famiglia di turisti stranieri: padre, madre e due figli adolescenti, tutti sbigottiti. Mi sono scusato con loro e sono sceso alla mia fermata con il cuore stretto e pieno di vergogna".

Roberta Della Maggesa