
Otto su 26, dopo una selezione ’profonda’ nel senso vero della parola: è passata (anche) dai fondali marini, il loro teatro professionale, fatto di mani tese per soccorsi e recuperi di varia natura. Così i nuovi palombari della Marina Militare, scremati dal corso 2021-22: due ufficiali e sei volontari in ferma programmata. Ieri hanno tolto dalla testa il copricapo da allievo per ricevere, dall’istruttore che li ha forgiati, l’ambito basco blu, emblema della componente specialistica della Marina Militare. Un rituale sobrio e solenne, nel piazzale della base del Varignano condivisa con i cugini incursori. I ’ragazzi’ sono pronti e motivati per affrontare gli abissi, dalla bonifica degli ordigni e dei residuati bellici, al soccorso ai sommergibili sinistrati fino al recupero dei beni archeologici e dei beni umanamente ancor più preziosi: le salme da restituire ai familiari che piangono gli scomparsi intrappolati nei relitti e tra detriti. A plaudirli per aver tagliato il primo traguardo di una serie e ad incoraggiarli per le sfide che li attendono sono stati il Sottosegretario alla Difesa, Stefania Pucciarelli e il Sottocapo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe Berutti Bergotto.
A suggellare la cerimonia, la donazione al Comsubin della sciabola appartenuta al Presidente emerito Francesco Cossiga, da parte dei figli Paolo e Annamaria: "Quando mio padre, da Ministro dell’Interno, si trovò a dar vita ai reparti speciali per contrastare il terrorismo di quegli anni, proprio a Comsubin fu creato il primo nucleo di quel tipo, il famoso Team Torre, e successivamente, grazie alla Legge Marconi, fu nominato Capitano di Fregata della Marina Militare.
Questi eventi dettero vita al legame fortissimo di mio padre col Comsubin e la Marina" dicono i figli di Cossiga.
Intanto la componente degli operatori subacquei si tinge sempre più di rosa. Chiara Giamunno, brevettata nel 2020, ha dato il la al tentativo di altre donne di mettersi alla prova sulla via degli abissi. Sono due ufficiali. Hanno intanto superato le prove di accesso al corso. E non è poco.
Corrado Ricci