Braccio di ferro Sisal-Comune. Niente sala slot a Fossamastra: "Attività troppo vicina al Cisita"

Il Consiglio di Stato respinge l’appello per la riforma della sentenza del tribunale amministrativo. Non solo scuole: per i giudici la legge regionale riguarda anche altri istituti frequentati da giovani.

Braccio di ferro Sisal-Comune. Niente sala slot a Fossamastra: "Attività troppo vicina al Cisita"

Braccio di ferro Sisal-Comune. Niente sala slot a Fossamastra: "Attività troppo vicina al Cisita"

No all’apertura di una sala videolottery troppo vicina alla scuola di formazione, "assimilabile agli istituti di istruzione secondaria di secondo grado" e dunque luogo sensibile da considerare nell’ambito del calcolo delle distanze entro le quali la legge regionale vieta l’apertura di attività legate a giochi e slot. Lo ha sancito il Consiglio di Stato, respingendo l’appello proposto da Sisal Entertainment contro la sentenza con cui il Tar ligure nel gennaio del 2022 aveva respinto il ricorso presentato contro il Comune della Spezia, che aveva imposto lo stop all’apertura di una sala slot a Fossamastra. Un braccio di ferro da circa 600mila euro – a tanto ammontava la richiesta di risarcimento presentata dalla società ma respinta nei due gradi di giudizio – iniziato nei primi mesi del 2019, quando la società aveva chiesto al Comune in via preventiva una misurazione delle distanze da eventuali luoghi sensibili, per evitare di incorrere nei divieti della legge regionale che impedisce l’apertura di sale a meno di 300 metri da scuole, chiese, ospedali. Accertamenti inizialmente positivi, tanto da spingere la Sisal ad avviare i lavori ai locali e a ottenere nel luglio 2020 anche l’autorizzazione della Questura. Al momento della richiesta ufficiale di autorizzazione, il Comune tuttavia impose l’altolà. Motivo? La presenza (mai contemplata fino ad allora) di un istituto di formazione professionale, il Cisita, situato a meno di 300 metri di distanza dalla sala scommesse. Da qui, la guerra a colpi di carte bollate, con Sisal che non si è limitata a chiedere l’annullamento degli atti comunali, ma anche un risarcimento per le somme spese per allestire la sala videolottery. Dopo il pronunciamento del Tar, Sisal aveva rilanciato presentando ricorso al Consiglio di Stato, chiedendo di non considerare l’istituto di formazione alla stregua di un luogo sensibile, in quanto non rientrante nella categoria degli istituti scolastici. Il Consiglio di Stato ha confermato la visione del Tar, sposando la tesi dell’avvocatura civica guidata da Stefano Carrabba. "Come osservato dal primo giudice, la legge regionale 17/2012 stabilisce, con formulazione elastica, che l’autorizzazione per l’esercizio delle sale da gioco non può essere concessa nel caso di ubicazione in un raggio di 300 metri, non solo di istituti scolastici di qualsiasi grado, ma anche di altri istituti frequentati principalmente da giovani. La pretesa di escludere il Cisita dai luoghi considerati sensibili determinerebbe un’illogica e ingiustificata disparità di trattamento tra gli allievi del Cisita e gli altri giovani che hanno optato per un istituto secondario di secondo grado".

Matteo Marcello