
Compositore di oltre 500 canzoni, autore di colonne sonore, tre volte a Sanremo... Riccardo Borghetti ne ha macinato di musica e parole. E, quando ha scritto l’inno ufficiale dello Spezia, nel 2000, sperava che prima a poi si potesse concretizzare il sogno della Serie A, anche grazie ai suoi impulsi artistici motivanti. "Se si poteva fare, si farà..." recita il ritornello della canzone-bandiera dal titolo "Non siete soli", rivolto ai giocatori in campo. Mai slogan fu più calzante in tempo di Covid-19, con le partite a porte chiuse, i tifosi lontani dagli spalti.
Soddisfatto?
"Immensamente soddisfatto. Quell’inno ha fatto, e continuerà fare la sua parte, nel produrre quel sentire collettivo che si fa sprone. Gli allenatori mi hanno sempre confidato che averlo fatto ascoltare spesso negli spogliatoi, ancor prima di udirlo al momento della discesa in campo..."
"Si poteva fare, si farà" e... si è fatto...
"Per un artista non c’è soddisfazione più bella di essere un precognitore dei tempi, un profeta".
Come nacque l’inno, perchè si decise a comporlo?
"Accadde nel 2000. Lo scrissi per sostenere lo Spezia nella partita dei play off di C1 con la Triestina, per la promozione in B. Purtroppo perdemmo e pensai bene di rimettere l’inno nel cassetto....".
Poi lo scongelò...
"Sì, nel 2006, in occasione della partita col Genoa, per la promozione in B. L’obiettivo venne centrato dalla mitica squadra di Guidetti e da quel momento l’inno è stato compagno permanente di vita delle sorti della Spezia, innestandosi a quello precedente, che scrissi nel 1983, Si può fare. Obiettivo allora come ora, incoraggiare"
Si ricorda il momento dell’incisione nel 2000?
"Perfettamente. Anche perché mia moglie Mimi, che cantava, era incinta e con la pancia, nella sala di incisione con Max Marcolini, urtava l’asta del microfono. Quell’inno ha l’età di mia figlia... partecipò anche lei all’opera. Ed è diventata una musicista".
Il segreto del successo di un inno?
"Essere incalzante ma non restare intrappolato nel fango della retorica. In Non siete soli la parole Spezia, ad esempio, è episodica".
Spezia, un nido di rapaci, recita il testo...
"Siamo uccelli predatori, siamo aquile si sa. Prosegue"
Anche, seguendo la tessitura del testo, un covo di pirati..
"Un’evocazione, anche quella, utile a dare la carica; senza cattiveria...".
Lo Spezia in Serie A meriterebbe un nuovo inno?
"E’ talmente bello, che deve continuare ad esistere e ad accompagnare il volo delle Aquile. C’è chi mi ha chiesto di farne uno nuovo, ispirandomi a quello dell’Inter. Beh, non c’è paragone".
Dove ha seguito la partita col Frosinone?
"In un buen retiro a Follo, nel bosco, insieme a cari amici. Era con noi una troupe di Primocanale che, di volta in volta, inframezzandole a quelle della partita, rilanciava in diretta, sugli schermi, le immagini di quello che accadeva fra noi".
Poi tutti a fare festa in città?
"No, non me la sono sentita. Già prima della partita mi ero speso per concorrere agli appelli ai comportamenti responsabili. Mi rammarico che l’entusiasmo abbia prevalso sulla diligenza. Spero che non dobbiate mai scrivere di casi Covid da mettere in relazione con quella notte magica ma contrassegnata dalle imprudenza".
Per dirla, attingendo alle parole del suo inno, non si doveva fare...
"E sì, e si è fatto. Speriamo non ci siamo conseguenze".
Nel caso lo sapremo a breve, il periodo di incubazione oscilla dai 10 8 ai 14 giorni dal ’contatto’.
Corrado Ricci