
L’emozione corre lungo il suo viso quando la portaerei Cavour si ferma proprio nel punto in cui, ottanta anni fa, la corazzata e tantissimi suoi commilitoni finirono negli abissi del golfo dell’Asinara. Al suo fianco, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, lo rinfranca, lo ringrazia. Lo farà anche poco dopo, nel discorso solenne che ha anticipato la deposizione della corona in mare. Gustavo Bellazzini, 102 anni, ultimo superstite della corazzata Roma, ce l’ha fatta. Il suo desiderio di poter onorare al meglio delle possibilità i 1393 marinai morti nella più grande tragedia della marineria italia, è stato esaudito ieri mattina. Momenti commoventi, quelli vissuti da Bellazzini, che ha seguito in piedi tutta la cerimonia che si è svolta sul ponte dell’ammiraglia della Marina militare, che si è adoperata in ogni modo per garantire a Gustavo di vivere quei momenti. "Rivolgo il saluto riconoscente della Repubblica ai rappresentanti delle famiglie dei reduci presenti qui oggi: in particolare al signor Bellazzini, testimonianza vivente di quel drammatico momento" ha detto il presidente Mattarella nel suo intervento. "Oggi, grazie a uomini come il signor Bellazzini, che seppero ricostruire il Paese, non solo a livello materiale, l’Italia è quello che è: una Nazione libera, membro importante e rispettato della famiglia delle Nazioni libere" ha aggiunto il ministro della Difesa, Guido Crosetto. "L’incontro con il presidente è stato molto emozionante" riferirà il marinaio centenario poco dopo la fine delle celebrazioni alla figlia Giuseppina, che lo ha accompagnato in questo lungo viaggio.
Matteo Marcello