Beethoven, Mozart e Bach dal pianoforte di Aimard

Il musicista francese protagonista questa sera dei ‘Concerti a teatro’ al Civico "I paesaggi del vostro golfo sono la fantasia, la natura e gli uomini le fanno eco"

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di Marco Magi

Il grande pianista francese Pierre-Laurent Aimard è il protagonista, questa sera alle 21 al Teatro Civico, del quinto appuntamento della Stagione di musica classica ‘Concerti a Teatro’, promossa da Fondazione Carispezia. Il concerto sarà preceduto, alle 18, nella sede della Fondazione, dalla guida all’ascolto a cura di Gianluca Cremona, studente del Conservatorio Puccini.

Maestro Aimard, chi dei compositori nel programma proposto, si trasforma maggiormente in improvvisatore rispetto ai propri canoni?

"Direi Beethoven, che fissa sulla carta un’improvvisazione eseguita da lui stesso, durante il suo famoso concerto ‘Beethoven Académie’, un anno prima. Qui, il grande architetto o il grande filosofo, lascia il posto al campione delle sorprese, delle rotture e delle modulazioni, le più inaspettate. C.P.E. Bach non è da meno, proponendo una sorta d’improvvisazione scritta. Mozart presenta nelle sue celebri fantasie in re o in do minore, una successione di ‘scene’ in un arrangiamento molto drammatico; il Maestro dell’opera raggiunge, con la fantasia K. 475, uno dei suoi apici per tastiera, svincolato dalle forme ben definite della sonata o del tema e variazioni. La fantasia in fa minore, incompiuta, è molto ridotta, ben diversa dal movimento della sonata per pianoforte e violino arrangiata da Stadler (numero 396 di Köchel). Benjamin, solitamente così controllato, sembra qui essersi lasciato andare alla spontaneità che caratterizzava le sue improvvisazioni su film muti".

E Volkonsky?

"Fondendo il movimento dodecafonico sistematico con un’ispirazione molto libera, si riconnette alle origini della fantasia, che alternava passaggi di densa polifonia a momenti di maggiore libertà. Questo gioco tra ordine e libertà, è esaltato da Sweelinck che, nella sua Fantasia cromatica, lascia un fitto tessuto polifonico rinascimentale per essere gradualmente invaso da una ghirlanda virtuosistica molto barocca".

Carl Philipp Emanuel Bach, un maestro riconosciuto della fantasia, che però ascoltiamo di rado nei recital. Un compositore offuscato dal padre?

"Carl Philip è stato a lungo considerato come uno dei ‘figli di suo padre’, finché la sua vivida immaginazione ha conquistato numerosi interpreti, principalmente dei movimenti ‘storicizzanti’. Questa riscoperta lo rende un compositore sempre più eseguito e ammirato, una grande figura di un’epoca quasi in opposizione a quella del suo genitore".

Conoscere questa particolare forma musicale e divertirsi. Questi gli scopi del concerto?

"È un gioco sullo spirito della fantasia e un’osservazione delle molteplici forme che una composizione che porta questo titolo, assume nel corso dei secoli. Diciamo, per semplificare, che il filo rosso di questo programma è la scelta di un creatore di dare la priorità alla libertà del suo immaginario, rinunciando a quadri formali troppo restrittivi".

I paesaggi di Lerici, di Porto Venere e delle Cinque Terre, quale fantasia potrebbero ispirare?

"Sono la fantasia stessa, quella della natura e degli uomini che le fanno eco!".

Insignito del prestigioso Premio Leonie Sonning 2022 come pianista tra i più innovativi. Ma nel mondo d’oggi cosa significa essere innovativi?

"Credere che ci sia un futuro per la cosiddetta musica classica, che non sia solo una riproduzione di modelli esistenti. Reagire contro il conservatorismo eccessivo del mondo della musica classica. Non seguire la routine prestabilita come sistema di valori ma ricordarsi che, quando si è attori in campo artistico, la creatività deve essere la più essenziale delle virtù. Il lavoro con i compositori-creatori, in particolare stimolando un nuovo repertorio, è ovviamente fondamentale, come pure la riflessione su programmi che incoraggino il pubblico alla scoperta".