MARCO MAGI
Cronaca

Ballantini, una vita da camaleonte: "Da quarant’anni nei panni degli altri"

Alle 21.30 il comico livornese sul palco di La Spezia Estate Festival: "Svelo il lato tenero dei miei ‘imitati’"

Dieci cavalli di battaglia interpretati dal sorprendente trasformismo di cui solo Dario Ballantini (nella foto) è capace, soprattutto quelli legati a episodi curiosi che in tv non si sono visti e quelli maggiormente legati al mondo della musica. ‘Lo spettacolo di Ballantini - Conseguenze di 40 anni nei panni degli altri’ è il primo appuntamento, in programma stasera alle 21.30 in piazza Europa, del ‘La Spezia Estate Festival’.

Ma cosa succede a Dario Ballantini quando cala il sipario e resta senza travestimenti? "Non un granché – esordisce il popolare attore, sul palco col fisarmonicista Marcello Fiorini –, perché mi spoglio come da una vita parallela: in tutti questi anni ho imparato a non farmi rimanere alcunché addosso dei personaggi e a rinforzare la mia parte extra di artista, con il mio impegno fattivo con la pittura e con la vita privata riservata da ‘non riconosciuto’. Il risultato è stato, appunto, una doppia, tripla vita, possibilmente frazionata".

Il suo spettacolo è un viaggio tra volti e voci celebri, ma pure tra retroscena comici e amari. Qual è l’incontro con il personaggio imitato che l’ha più spiazzata? "Forse quelli con Vasco Rossi e Gino Paoli. Vasco per la sua semplicità, Gino per la curiosità morbosa di voler capire come avessi fatto a prendergli qualcosa di dentro senza conoscerlo. Per quanto riguarda i politici, il ministro Maroni fu evidentemente emozionato di conoscermi come pure il ministro Cancellieri. Chi si è divertito a duettare di più è stato Gianni Morandi".

In scena, lei mescola teatro, musica, video e racconto. Si può dire che il trasformismo oggi sia anche una forma di autobiografia? "Nel caso del mio spettacolo sì, perché in 42 anni ho dato la priorità totale a questo lavoro che, quindi, ha contrappuntato tutte le fasi della mia vita. Comunque, a scanso di equivoci, prima che io perda la memoria, sto facendo la brutta copia di un’eventuale autobiografia scritta".

Alcuni personaggi sono vere e proprie icone italiane e straniere. Cosa rivela l’imitazione che il personaggio reale non dice? "Nel mio caso, il mio tipo di imitazione (diverso dagli altri imitatori, per cui ognuno dà una propria lettura) rivela il lato tenero, umano e quasi indifeso davanti ai propri difetti che non nota".

Che funzione ha oggi la comicità surreale e grottesca, in un tempo che sembra prendere tutto troppo sul serio? "Dovrebbe avere il ruolo di farci notare quanto ci sia d’altro oltre al codificato preconfezionato, studiato a tavolino e appunto seriosamente volto a trasmettere concetti. Il grottesco ed il surreale sono di per sé deviazioni artistiche rielaborate da una lucida follia".