Badanti, quattro su cento ricorrono al tampone

Ecco la situazione per il lavoro domestico in provincia. In Liguria le assistenti familiari non vaccinate sono circa il 20 per cento

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La certificazione verde sta mettendo a dura prova l’organizzazione delle famiglie, che con anziani in casa, usufruiscono dell’assistenza di personale di supporto: le cosidette badanti. Un discorso che però vale anche per le colf quando si tratta della conduzione della casa e delle baby sitter. Tutte mansioni raggruppate un’unica voce sia a livello sindacale sia previdenziale che datoriale. La situazione a livello regionale è piuttosto complicata: su 30mila badanti il 20% non sono vaccinate. Alla Spezia la situazione è leggermente migliore.

A fornire uno spaccato sono i dati forniti dal Caf di Cgil. "In provincia seguiano circa 400 lavoratori – spiega Giorgia Vallone segretario Filcams Cgil –, di questi abbiamo un 5 per cento che si informa e chiede spiegazioni sull’applicazione della norma. All’interno di questo cinque per cento ce ne è un 1% che preferisce interrompere il rapporto di lavoro piuttosto che fare una dose di vaccino o sottoporsi al tampone. È il cosidetto nocciolo duro. Mentre nel restante 4% c’è chi si è vaccinato e chi fa il test rapido". In alcuni casi Giorgia Vallone non esclude che siano addirittura i datori di lavoro a pagare il tampone o comunque ad elargire una quota. E se i lavoratori si rivolgono ai sindacati, i datori chiedono aiuto ad Assidantcolf, l’associazione che riunisce i datori di lavoro quando si trtta di trovare una badante, una colf o una baby sitter. "Da noi il 60 per cento di assistenti agli anziani si sono vaccinati quando c’è stato il boom di decessi – ha spiegato Giusy Mancuso di Assindatcolf di via Marsala alla Spezia –. Lo hanno fatto appena sono usciti i vaccini. È stata anche una questione di rispetto per le famiglie. Ora con il green pass c’è qualcuno che è stato sospeso dal lavoro, ma i numeri sono bassi. E ci sono alcune famiglie che in questi giorni si stanno arrangiando, in attesa di vedere come evolve la situazione. C’è un rapporto fiduciario tra chi assiste l’anziano e la famiglia. Non è facile procedere alle sostituzione, sono lavori delicati".

Tra queste lavoratrici, soprattutto quelle che provengono dai paesi dell’est europeo c’è chi ha fatto lo Sputnik, ma il vaccino russo non è riconosciuto e dunque il problema resta. Poi ci sono i casi particolari. Quello di una signora che era stata in ferie in Marocco dalla propria famiglia e lì aveva contratto il Covid. Poi la guarigione e il rientro in Italia. "Ma in questo momento – aggiunge Giusy Mancuso – è sospesa dal lavoro. Avrebbe diritto al green pass ma non ha alcun certificato".

In Liguria gli occupati in questo settore sono migliaia. A dare uno spaccato della situazione è Assindatcolf che esaminando i dati Inps mostra 29.395 assunzioni tra badanti , colf e baby sitter nel territorio regionale nel 2018. Il 73% sono stranieri. La maggior parte di essi proviene soprattutto dall’Europa dell’Est, seguita a ruota dal Sudamerica. Per quanto riguarda invece le province liguri Genova è la città con il maggior numero di colf e badanti 17.990, al secondo posto c’è La Spezia con 4.098, Savona con 4.014 e Imperia con 3.293.

Annamaria Zebra