Hanno misurato la qualità dell’aria in un momento particolare, ovvero quando nei porti delle loro città erano attraccate navi da crociera durante il periodo estivo. Alcuni abitanti di 15 città portuali del Mediterraneo hanno svolto rilevazioni sull’inquinamento atmosferico nelle aree intorno agli scali, un’iniziativa realizzata in Italia nell’ambito della rete “Facciamo respirare il Mediterraneo”, coordinata da Cittadini per l’aria cui aderiscono numerose associazioni italiane. Fra queste, a Spezia, ’Rete ambiente altro turismo’, impegnata insieme ad altre operative a Livorno, Venezia, Genova, Ancona e Napoli. "I dati rilevati nelle città italiane sono scioccanti – dicono le associazioni in un comunicato congiunto – A Villa San Giovanni ad esempio, un’area portuale in cui si prevedono più di 100 approdi di navi e aliscafi al giorno, nel periodo che va dal 16 luglio al 13 agosto è stata registrata una media di 94 μgm3 di biossido di azoto: una concentrazione quasi 10 volte più elevata della soglia annua indicata dalle nuove linee guida tutela della salute umana e circa 4 volte quella che i ricercatori indicano a tutela della salute umana sulle 24 ore". Non va meglio a Spezia come sottolinea Vittorio Gasparini di ’Rete Ambiente Altro Turismo’. "Notiamo con preoccupazione che, nei giorni in cui stazionano le navi da crociera, i picchi di inquinamento, soprattutto del biossido di azoto, si innalzano enormemente.
L’attuale legge che definisce i valori limite degli inquinanti atmosferici è obsoleta; è stata fatta nel 2010 sulla base di linee guida dell’Oms del 2005. Oggi la stessa Oms ci dice che con quei valori si muore, il limite indicato nelle nuove linee guida è ampiamente superato ogni volta che abbiamo una grande nave ormeggiata". "A Spezia, Livorno, Genova e Ancona – proseguono le associazioni coinvolte nell’iniziativa di monirotaggio – le navi sostano per ore con i motori accesi a poche decine di metri dalle finestre degli abitanti".