
La faccia pulita da bravo ragazzo, lo sguardo acuto e il sorriso rilassato di chi ha terminato il proprio percorso di studi con il massimo dei voti e già vede spalancarsi di fronte a sé opportunità lavorative di tutto rispetto. Per giunta nel territorio dove è cresciuto e che gli è familiare. Nicolò Basso, classe 1999, il 26 ottobre si è laureato con 110 e lode in ingegneria navale all’università di Genova. Questo giovane professionista è la dimostrazione di come impegno, talento e perseveranza, se sostenuti da una concreta sinergia tra formazione e mondo del lavoro, applicata in un settore d’eccellenza del nostro territorio, come quello della nautica, possano aprire opportunità ’a chilometro 0’ per i giovani talenti ’made in La Spezia’. E non solo per loro.
Nicolò, innanzitutto complimenti per questo traguardo. Raccontaci, come è nata la tua passione per la nautica e per le imbarcazioni?
"Sono sempre stato un ’uomo di mare’ e così ho deciso di frequentare l’istituto nautico Capellini Sauro. Mio papà ha fatto il nautico, è sempre stato in quell’ambiente e anche mio nonno. Probabilmente per questo, fin da piccolo, ho avuto questa passione. La scelta è stata, a mio parere, molto azzeccata, perché mi ha offerto diverse prospettive per il futuro. Ho frequentato l’indirizzo: ’Conduzione apparati e impianti marittimi’, un corso un po’ più tecnico, che si occupa degli impianti che sono dentro la nave, della loro gestione e manutenzione".
Quindi ti è sempre piaciuto ’sporcarti le mani!’...
"Si, esatto. Mi è sempre piaciuto molto sia dal punto di vista degli studi, ma anche sotto il profilo pratico. Mi piace fare lavoretti manuali. Di recente, con dei miei amici, ho realizzato il refit di un gozzo. Diciamo che sono un po’ un ibrido, mi piace fare l’ingegnere, ma anche sporcarmi le mani assieme agli operai".
Ti sei laureato in ingegneria navale a Genova discutendo una tesi sulla progettazione e costruzione di un catamarano elettrico realizzato per la ’Energy boat challenge’ di Monaco, Ma l’hai ideato e progettato tu?
"La tesi è stato un progetto bellissimo che abbiamo sviluppato in team: elettrici, navali e telecomunicazioni. Tutta la parte navale l’ho svolta con un compagno che si è laureato assieme a me, Manuel De Luca. Siamo partiti dal foglio bianco e abbiamo iniziato a progettare tutto il catamarano elettrico. L’unico elemento già fornito era lo scafo ma tutto l’allestimento come il cablaggio elettrico o la scelta della trasmissione, li abbiamo progettati noi. La competizione, si è svolta i primi di luglio allo yacht club di Montecarlo. A gareggiare eravamo 46 team provenienti da tutto il mondo, noi ci siamo posizionati terzi nella classifica generale!".
Dal tuo punto di vista il settore della nautica continua a essere un buono sbocco per un giovane che voglia rimanere a lavorare sul nostro territorio?
"Sì, assolutamente. Qui alla Spezia, a mio parere, è uno degli sbocchi principali. E mi riferisco a ingegneri navali e nautici. Abbiamo cantieri che partendo da viale San Bartolomeo, arrivano fino alla Toscana. Tutta questa zona ha un indotto molto forte e rappresenta un’eccellenza mondiale. Si possono avere ampie possibilità passando dagli yacht, ai super yacht, alle navi militari. C’è davvero scelta".
So che hai già iniziato a lavorare, grazie, possiamo dirlo, alla sinergia tra formazione e mondo del lavoro. Dove?
"Da due mesi sono entrato a lavorare come ’project manager’ alla Sanlorenzo, nel cantiere di Ameglia. Mi occupo di seguire tutte le fasi di gestione del progetto. Ho iniziato questa collaborazione ancora prima di laurearmi, durante la preparazione della tesi. E Sanlorenzo è stato sponsor del progetto del nostro catamarano elettrico".
Maria Cristina Sabatini