L’intelaiatura di cornice risale ad oltre 6 anni fa. E’ quella del patto, siglato il 4 dicembre 2015, tra Autorità portuale e Gruppo Tarros per dare corso all’attuazione del piano regolatore portual e quindi all’espansione del Terminal di Golfo destinato a passare dagli attuali 42mila metri quadrati a 121mila. L’intesa, all’epoca, prevedeva investimenti privati per 104,5 milioni di euro e un incremento del 150 per cento della forza lavoro (tra diretti, indiretti e indotto) a fronte di una concessione demaniale di 40 anni. Poi c’è stato l’impasse, indotto da varie ragioni legate al passato: ricorsi al Tar, nodo-dragaggi, tempi di riassetto dopo il ciclone giudiziario.
Il documento datato fa ora da battistrada all’accordo "procedimentale" in corso di affinamento sulla via della firma da parte del presidente dell’Autorità di sistema portuale Mario Sommariva e il concessionario Alberto Musso, titolare del 100 per cento delle quote del Terminal di Golfo: da stabilire il cronoprogramma delle opere di competenza, dragaggio in capo all’Adps, riempimenti e infrastrutturazioni in capo al terminalista. Tempi i modalità del ’tombamento’ (fanghi dei dragaggi o riporti di cava) sono variabili ancora indefinite, in attesa dell’esito delle caratterizzazioni dei fondali. Bocche cucite sul fronte Tarros rispetto allo sviluppo della pratica. Questione di ossequio verso la controparte. Parla solo il presidente dell’Autorità di sistema portuale Mario Sommariva. "Siamo allo sprint finale, prossimi all’accordo procedimentale che, come per Lsct, è un passaggio-chiave di snodo per trovare la quadra finale sulla concessione in relazione alle prospettive di investimento, occupazione, interventi green e volumi di traffico perseguiti. Posso dire solo una cosa: l’operatore non sarà certo penalizzato rispetto alle vecchie intese; semmai incoraggiato...".
Intanto, oltre l’attesa per le caratterizzazioni dei fondali, si stringono i tempi per altri passaggi chiave a cui si ancora il nuovo assetto del terzo bacino, legato anche all’espansione di Lsct in luogo delle marine del Canaletto prossime alla conclusione dei traslochi al molo Pagliari. Restano al momento fuori quelle di Fossamastra (Amatori del mare, Olimpia e Scafo-rimessa Minosa) destinate in via provvisoria al ’solettone’ prossimo alla realizzazione, a cura dell’Adsp, in prossimità dello scarico a mare delle acque di raffreddamento della centrale Enel; lì, per consentire il successivo trasferimento finale dei concessionari di Fossamastra nell’area attualmente dalla stessa occupata alle spalle della marina di Pagliari, si sistemerà temporaneamente anche Nora-Nautica del Golfo nella prospettiva finale del trasferimento del rimessaggio alla radice del molo Enel. Questo è prossimo allo smantellamento delle infrastrutture deputate al trasporto nel carbone alla centrale. La durata del rinnovo della concessione ad Enel è motivata esclusivamente alla rimozione degli ingombri polverosi che, quale che sia il futuro di Vallegrande, non hanno più motivo di restare. Il futuro del molo Enel è per ora delineato solo nella parte centrale, oggetto dell’approntamento di una nuova tubazione per veicolare il carburante agli impianti terrestri di Arcola Petrolifera e, quindi all’accosto delle navi rifornitrici. L’effetto indotto sarà duplice. In primo luogo la liberazione – nello specchio acqueo antistante Porto Lotti – del campo boe allestito per fare da ormeggio alle petroliere e snodo per l’inoltro terrestre del carburante: meno insidie, soprattutto notturne, per il mondo del diporto, là dove non erano mancate collisioni. In secondo luogo, la possibilità di ricollocare, al posto della linea di costa attualmente in concessione ad Arcola Petrolifera, i muscolai (concessione L’approdo) destinati in via provvisoria a fruire di uno spicchio della concessione dei cantieri Sanlorenzo (quello alle spalle delle marine del levante). Un gioco ad incastri che è esposto alle complicazioni in corso d’opera (come dimostrano le vicissitudini delle marine del levante). "I percorsi sono da consolidare; lo sforzo delle articolazioni dell’Autorità di sistema portuale è massimo", assicura, con consueto spronante ottimismo, Sommariva.
Corrado Ricci