MASSIMO BENEDETTI
Cronaca

Ameglia Servizi, cinque prosciolti: assolto il sindaco Umberto Galazzo

Sentenza di non luogo a procedere per gli ex primi cittadini Giacomo Giampedrone e Andrea De Ranieri. Lo stesso epilogo per i consiglieri di amministrazione Paolo Piciocchi, Paolo Nocentini e Davide Santini

L’assessore regionale Giacomo Raul Giampedrone, prosciolto dall’accusa

La Spezia, 8 luglio 2023 - Dopo quattro ore e mezza di camera di consiglio, il giudice dell’udienza preliminare Marinella Acerbi ha pronunciato ieri a metà pomeriggio la sentenza che chiude l’inchiesta sulla Ameglia Servizi Turistici, società interamente partecipata dal Comune, che dal 2003 al 2017 gestì il porticciolo di Bocca di Magra accumulando circa 3 milioni di euro di passivo, del quale erano stati chiamati a rispondere sindaci e consiglieri di amministrazione della società.

Assolto per non aver commesso il fatto il sindaco di Ameglia dell’epoca Umberto Galazzo, che è anche l’attuale, accusato di bancarotta fraudolenta e l’unico ad aver scelto di essere giudicato in udienza preliminare con il rito abbreviato. Accolta la tesi difensiva sostenuta dagli avvocati di fiducia Alberto Antognetti e Giuseppe Zuccarelli, che un sindaco non può essere responsabile dei conti di una società. Il pubblico ministero Rossella Soffio aveva chiesto la condanna a un anno e sei mesi.

Prosciolti gli altri due sindaci amegliesi coinvolti nell’inchiesta della guardia di finanza, per i quali il pm aveva chiesto il rinvio a giudizio: Giacomo Raul Giampedrone, ora assessore regionale, difeso dagli avvocati di fiducia Stefano Pellegrini e Manuela Gagliardi, era stato sindaco un solo anno cedendo poi il testimone a Andrea De Ranieri, difeso dall’avvocato di fiducia Carlo Porcaro D’Ambrosio. Per entrambi "non luogo a procedere perché il fatto non costituisce reato". Prosciolti anche i componenti del consiglio di amministrazione dell’Ameglia Servizi Turistici che erano accusati di bancarotta semplice: Pietro Piciocchi, assessore al bilancio e vicesindaco di Genova, difeso dall’avvocato di fiducia Massimo Ceresa Gastaldo; Paolo Nocentini difeso dagli avvocati di fiducia Enrico Panetta ed Enrico Scirocco; Davide Santini difeso dagli avvocati di fiducia Alessandro Rappelli e Daniele Caprara. Per loro la formula pronunciata dal gup è stata "non luogo a procedere perché gli elementi acquisiti non consentono una ragionevole previsione di condanna", come ha stabilito la recente riforma Cartabia.

Gli unici che dovranno scontare una pena, che comunque è stata loro sospesa, sono i due consiglieri di amministrazione accusati di bancarotta fraudolenta in concorso con il sindaco Umberto Galazzo, che avevano scelto di patteggiare nell’udienza del 16 giugno scorso.

Si tratta di Armanda Chilà, difesa dagli avvocati di fiducia Daniele Caprara e Cristian Falconi, che ha patteggiato due anni. Alessio Frati, difeso dall’avvocato di fiducia Andrea Ricci, un anno e quattro mesi con il beneficio della non menzione. Per quest’ultimo si tratta del minimo della pena, procura e tribunale hanno riconosciuto che il ruolo di Frati, semplice consigliere del Cda senza deleghe, è stato del tutto residuale e gli stessi atti dell’indagine evidenziavano come non conoscesse l’effettiva situazione della società, pur imputandogli la responsabilità di avere approvato il bilancio incriminato. Frati si dimise il giorno stesso. Cosa sarebbe successo se Chilà e Frati non avessero patteggiato? Chi può dirlo. Le motivazioni saranno rese note entro 90 giorni.

“Siamo sempre stati convinti dal primo giorno di aver agito in modo corretto e nell’interesse della comunità – afferma Giampedrone – e in questi anni non abbiamo mai smesso nemmeno un minuto di pensare a questa giornata, che eravamo certi sarebbe arrivata. Oggi si chiude un lungo capitolo durato anni durante i quali, nonostante la pressione cui siamo stati sottoposti anche dal punto di vista mediatico, abbiamo sempre creduto che la giustizia avrebbe prevalso".