
Alzheimer e demenze senili. Un dramma quotidiano per circa 12 mila spezzini. La ’rete’ per non restare soli
Disorientamento, incapacità di riconoscere persone e luoghi familiari, vuoti improvvisi di memoria. Può succedere a chi soffre di Alzheimer e, in generale, di disturbi cognitivi. Una dramma per chi vive questa esperienza, soprattutto se il black-out si verifica per strada e la persona smarrisce improvvisamente ogni consapevolezza di sé e degli altri. Casi difficili da gestire, purtroppo molto frequenti anche perché alla Spezia la fascia di anziani particolarmente esposti a questi disturbi ha un’incidenza molto elevata. Per aiutare a gestire tali situazioni c’è ora uno strumento in più, concepito per chi si imbatta, per strada, in anziani soli e disorientati e per i familiari dei soggetti con danno cognitivo. Una brochure messa a punto dal commissario straordinario del Governo per le persone scomparse. Semplici raccomandazioni che, nel momento del bisogno, possono costituire un’ancora di salvezza (servizio a lato).
Ma quali sono, in provincia, le dimensioni dell’emergenza Alzheimer? Il 25% degli ultra 65enni, dicono stime attendibili, è affetto da disturbi cognitivi di vario grado. Questo significa che, rapportando il dato statistico a quello spezzino – 50 mila anziani di quella fascia di età –, si può ipotizzare un numero vicino ai 12 mila. Quali gli strumenti assistenziali per le famiglie, accanto alla struttura pubblica? Una rete molto attiva è il Laboratorio della memoria, presieduto da Roberto Ercolini, articolato in due sedi, destinate a tornare tre dopo la prima fase iniziata anche a Ceparana. La struttura spezzina è nella sede di Coopselios, poco distante dall’Istituto Mazzini; l’altra a Sarzana, al centro Barontini. "Dopo la positiva esperienza già avviata – spiega Ercolini – contiamo di ottenere ancora il sostegno di Fondazione Carispezia e del Comune di Bolano per la riapertura di Ceparana. Sono in corso proficui contatti col coinvolgimento, anche qui, di personale specializzato, team di psicologi in primo luogo, per l’assistenza diretta. Puntiamo a ottenere risultati significativi anche con l’assistenza da remoto con l’impiego di tablet, sperimentazione cominciata con la pandemia, un filone molto importante, che stiamo sviluppando con il sostegno della Regione. Certo, serve il contributo delle famiglie, è fondamentale capire che l’Alzheimer, quasi mai, è un’emergenza improvvisa, ma una regressione cognitiva progressiva che si manifesta negli anni con avvisaglie e sintomi che andrebbero interpretati il più presto possibile in modo da mettere a punto subito le terapie. Che, sia chiaro, non possono guarire l’Alzheimer ma almeno contribuire a offrire al paziente una migliore qualità di vita". Un ruolo importante è quello di ’Sistema nervoso’, l’organizzazione promossa dal dottor Antonio Tartaglione, neuropsichiatra già responsabile della Neurologia di Asl 5 e ’padre’ della rete di ascolto spezzina.