
La Marina militare alla Spezia? "Solida, viva, vegeta, pronta ad affrontare le sfide del futuro". E’ l’affresco dipinto dall’ammiraglio di divisione Giorgio Lazio, comandante di Marina Nord – alla terza commissione consiliare del Comune presieduta da Mariagrazia Frijia – chiamato, in videoconferenza, ad illustrare la situazione dell’Arsenale e della base navale per poi affrontare – "a volo d’aquila, tanto per rimanere in sintonia con la Spezia in Serie A" ha detto ammiccante – le altre realtà che contribuiscono a definire "l’intenso, consolidato rapporto tra Marina e questo vibrante territorio".
Un report fatto di numeri e focus, con corredo di notizie capaci – pur nel quadro delle complessità finanziarie del Paese – se non di indurre a vedere rosa di rimarcare la strategicità degli enti in una prospettiva di razionalizzazione, accentramento e consolidamento di funzioni con "riverberi economici sul territorio, oltre 3-5 anni, quelli destinati alle progettazioni".
E’ il caso della partita aperta con i "118 milioni di euro destinati al comprensorio spezzino dal programma di adeguamento, ammodernamento delle capacità di supporto logistico delle basi navali, denominato Basi blu", ha spiegato l’ammiraglio. Il percorso infrastrutturale si salda a quello del Piano Brin per l’Arsenale che va avanti per "passi successivi". La stella polare resta quella del "Piano industriale integrato 2020-2025" elaborato dal comandante logistico, l’ammiraglio Eduardo Serra, con indotto appello per le assunzioni funzionali a dare continuità al modello attuale dell’Arsenale, accrescendone le potenzialità per i lavori in house in luogo delle esternalizzazioni. Si liberanno spazi per la città? La possibilità di parcheggi all’interno dell’Arsenale è realistica? "La razionalizzazione e riqualificazione funzionale sottintende la possibilità di ridestinare internamente alla Forza Armata spazi e fabbricati, per ora non utilizzabili per carenze infrastrutturali, a vantaggio di attività di supporto tecnico-operativo allo strumento navale, con la graduale parallela dismissione di sedi periferiche, come il centro logistico di Scorcetoli, e la riqualificazione del Parco Logistico di Pagliari da destinare a favore del Centro di Allestimento delle nuove navi" così testuale il numero uno della Marina nel Nord Italia. Della serie: gli spazi che non vengono usati ora dalla Marina perché compromessi dal degrado incalzante, servono alla stessa; ciò anche per progetti duali. Il riferimento è "alla "prossima allocazione nella base, di un centro iperbarico dotato di simulatore abissale con capacità sino a 450 metri di profondità, che costituirà a sua volta un prezioso centro di eccellenza nel quale coinvolgere attivamente anche altre realtà della subacquea, non militari del territorio e militari di altre nazioni".
Quanto ai bisogni interni, ecco la news: "Nel prossimo anno prevediamo la realizzazione di 62 alloggi nella Caserma Duca degli Abruzzi, per un importo stimato di più di 11 milioni".
Sul nodo delle assunzioni in Arsenale funzionali al turnover e alla trasmissione di saperi, in parallelo alla considerazione di evitare contese politiche e parallelismi competitivi con Taranto che pure ha strappato 315 assunzioni col decreto Agosto, Lazio ha rilevato, da ragioniere: "Se si considera che nei soli comandi ed enti del polo spezzino le esigenze con orizzonte al 2025 sarebbero intorno alle 1.000 unità, si comprende perfettamente come le 1.100 assunzioni previste dal piano ordinario definito dal Ministero della Difesa nel 2018 su scala nazionale e le ulteriori 294 assunzioni contemplate da quello straordinario previsto dalla legge di Bilancio 2019, anch’esso su scala nazionale, non siano sufficienti a compensare nella loro interezza le carenze di personale previste per tutte le esigenze della Marina".
Dunque?
"Si renderà necessaria una ponderata distribuzione di tale personale su tutto il territorio, partendo dalle specifiche esigenze e garantendo un’equa distribuzione dello sforzo". Ciò allo stato degli atti. Ma la prospettiva della commissione consiliare diretta da Maria Grazia Frijia è quella di convocare i parlamentari spezzini per dare corpo un pressing congiunto sul governo in ordine ai bisogni del piano industriale dello stabilimento militare. Quel che è certo che la Marina non lascerà l’Arsenale e, in parallelo alle permute con l’industria privata con cessioni di spazi in cambio di servizi, le aree recuperate al degrado se le terrà per i suoi bisogni, tranne il campo in ferro, partita sempre aperta sul piano della cessione strutturale, previa bonifica, in caso di progetti sostenibili.
Corrado Ricci