REDAZIONE LA SPEZIA

Al mare tra sporcizia e cumuli di lavarone

Ecco come si presenta la spiaggia libera di Marinella in questo ultimo finesettimana di fine giugno. I commenti di alcuni bagnanti

Non ci fossero le suonerie dei cellulari che di tanto in tanto riportano bruscamente all’attualità sembrerebbe un ritorno al passato. Una spiaggia arida e selvaggia come negli anni Cinquanta quando Marinella era il vero mare della Val di Magra e Lunigiana e di progetti, linee demaniali, assegnazioni e bandi non si conosceva neppure il significato. Dopo oltre mezzo secolo il litorale è tornato alle origini anche se, nel frattempo, da altre parti il mondo si è mosso.

La giornata al mare è un viaggio tra prenotazioni all’ingresso, sabbia sporca, sassi, rimasugli di mareggiate invernali e perfino il lavarone tornato imperioso a colorare di nero la battigia. Ci sono i sacchetti di iuta che disciplinano il distanziamento e il personale che accoglie i bagnanti nel grande tratto di arenile pubblico ma soltanto fino a due anni fa sede di 2 stabilimenti storici, di colpo cancellati dalle mappe. Un lungo tratto di spiaggia libera al centro di non poche discussioni e polemiche dopo la recente assegnazione da parte del Comune di Sarzana, ma gli utenti danno poca importanza ai cavilli amministrativi e ai ricorsi al Tar cercando il sole, la tintarella e almeno qualche servizio igienico qua e là se non proprio le docce e spogliatoi. L’estate entra nel vivo e il mare è una calamita anche per tanti turisti. Giuseppe e Angela Bertagna sono di origini spezzine ma da anni risiedono in Svizzera, a Berna. Sono tornati per qualche settimana di vacanza e casualmente sono capitati a Marinella. "Generalmente andiamo a Lerici – spiegano – ma avendo casa a Sarzana abbiamo deciso di venire un paio d’ore nella spiaggia libera. Mai scelta fu così sbagliata. Ci chiediamo come possa una amministrazione comunale presentare questa discarica perchè non possiamo definirla spiaggia ma soprattutto perchè i cittadini non si facciano sentire E’ una situazione umiliante".

Un panorama che nessuno si sarebbe atteso e fa rimpiangere il mare del Marocco. "Sono originario di Marrakech – spiega Rachid – ma sono residente a Sarzana da una vita e ho lavorato come bagnino nelle spiagge libere. Una situazione del genere non l’ho mai vista e poi ci meravigliamo se i turisti vanno altrove. Basta fare un chilometro per trovare un altro mondo". Il disagio è evidente e il malumore non emerge soltanto tra i turisti. "Non c’è un bagno pubblico – sottolinea Tiziano Beccari – e neppure una semplice fontanella. Per avere una bibita occorre andare negli stabilimenti di fianco oppure attraversare la strada passando da un solo accesso. Ma qualcuno ha visto come è ridotta la spiaggia ?". "Una situazione inguardabile – aggiunge Mirella – anche se qualcosa di meglio si può trovare nelle spiagge libere più piccole". Ma c’è anche chi si accontenta dello spazio sotto l’ombrellone portato da casa e della felicità dei nipotini che giocano in riva al mare. "Sono oltre 20 anni che vengo in questa parte di spiaggia – commenta Salvatore Busillo – e mi trovo bene. Sicuramente dovrebbe essere tenuta un po’ meglio ma sinceramente la trovo molto tranquilla".

Massimo Merluzzi