
Gustavo Bellazzini con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella
Pochi anni fa era riuscito a coronare il suo sogno, onorare al meglio delle possibilità i 1393 marinai della corazzata Roma, morti nella più grande tragedia della marineria italiana. Era il 9 settembre 2023, esattamente ottanta anni dopo quel tragico affondamento, commemorato assieme al presidente della Repubblica Sergio Mattarella con una corona in mare. Gustavo Bellazzini, 103 anni, ultimo dei 622 superstiti di quell’equipaggio, "è tornato dai suoi compagni della Corazzata Roma", per dirla con le parole di Guido Crosetto, ministro della Difesa che aveva incontrato Bellazzini alla Spezia e poi nella cerimonia avvenuta su Nave Cavour nel golfo dell’Asinara, e l’altro ieri ha voluto dedicargli un pensiero, ripreso dalle pagine social del ministero e della Marina militare. "Onoriamo il passato ricordando uomini che hanno sacrificato se stessi per un’Italia che oggi, senza di loro, non esisterebbe per come la conosciamo" ha detto Crosetto. Bellazzini, marinaio fuochista, in quel drammatico 9 settembre del 1943 a poche miglia dall’Asinara, in quell’inferno di fuoco e fumo, lamiere annerite e corpi dilaniati dalle esplosioni causate dalle bombe teleguidate sganciate dai Dornier Do 17k tedeschi sulla corazzata salpata la notte precedente dalla Spezia, si salvò lanciandosi in mare. Lo ricordò nell’intervista alla Nazione rilasciata proprio nel settembre 2023. "Mi lanciai in mare quando l’acqua era ormai arrivata al trincarino, nuotai e raggiunsi una nave della scorta a duecento metri di distanza, fui recuperato a bordo. Io sono qui ma il mio cuore è laggiù" aveva raccontato il marinaio, che due anni fa al largo della Sardegna, aveva realizzato il suo più grande desiderio, coltivato per una vita e riferito più volte ai propri cari e agli amici, e reso possibile dalla Marina militare e dal ministero della Difesa.
Tanti i messaggi di cordoglio. "Con la scomparsa di Gustavo Bellazzini – ricorda il sindaco della Spezia, Pierluigi Peracchini – perdiamo non solo l’ultimo testimone dell’affondamento della corazzata Roma, ma un uomo che ha dedicato tutta la sua vita alla memoria dei compagni caduti in mare. Visse con orgoglio e senso del dovere ogni momento a bordo di quella nave a cui rimase sempre legato. Gustavo non ha mai smesso di raccontare quel giorno e di onorare la memoria dei 1.393 marinai che persero la vita nel Golfo dell’Asinara". Dal sindaco anche l’impegno affinché "la sua figura e i marinai che hanno perso la vita in mare non vengano mai dimenticati, per tramandare la verità storica, coltivare la pace, onorare chi ha servito la Patria con coraggio e dignità". Parole di cordoglio dalla senatrice spezzina Stefania Pucciarelli, che si era adoperata per far si che Bellazzini realizzasse il proprio sogno. "La sua scomparsa mi colpisce nel profondo. È stato per me un grande onore poter esaudire il suo ultimo desiderio". Anche il Cantiere della Memoria ha voluto ricordare il marinaio: fra gli ultimi suoi slanci di impegno per gli amici che riposano sul fondo del mare, tre mesi fa, anche la registrazione audiovideo – concordata col cappellano militare monsignor Antonio Vigo e realizzata materialmente dal Cantiere della Memoria – della Preghiera del Marinaio.
Matteo Marcello