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Blanchard: ecco chi è il grossetano del Frosinone che ha punito la Juventus

Cognome francese per via del nonno, ha giocato per tanti anni nelle categorie inferiori. Poi il doppio salto di categoria con il Frosinone. Il resto è storia

L'esultanza di Blanchard

Grosseto, 25 settembre 2015 - Sulle spalle la maglia di Pogba, negli occhi una gioia difficile da spiegare, nel cuore un sogno da realizzare. Dopo anni di gavetta la ruota è girata anche per Leonardo Blanchard, il difensore grossetano del Frosinone che mercoledì sera ha scolpito il proprio nome nella storia della società ciociara. Il suo gol alla Juventus è servito infatti ad ottenere il primo storico punto del Frosinone in serie A. Una zuccata delle sue che ha fatto piangere i tifosi juventivi, ed a mandato in visibilio tutta Frosinone, ma anche gran parte di Grosseto.

Cognome francese per via del nonno paterno, ma grossetano di nascita e d’estrazione calcistica, Blanchard, mercoledì sera ha fatto saltare su divani e poltrone amici e parenti grossetani. Tutti in piedi ad applaudire la sua prima rete in serie A, giunta dopo la doppia promozione coi ciociari dalla Lega Pro alla massima serie, e dopo una gavetta di quelle che ti mettono alla prova. Cresciuto calcisticamente nell’Invicta, Blanchard ha poi vestito la maglia del Sauro. Snobbato dal Grosseto – e qui qualcuno della vecchia società biancorossa mercoledì sera sarà impallidito -, il difensore si è fatto le ossa nelle giovanili del Siena.

La Primavera bianconera poi una carriera da pacco postale, in giro per l’Italia con la formula del prestito. Poggibonsi in C2, Sangimignano in D, poi la promozione dalla C2 alla C1 con l’Avezzano-Valle del Giovenco, ed a seguire Pergocrema, Pavia e Feralpi Salò per tre stagioni di Prima Divisione. A questo punto la carriera di Blanchard cambia. Il Siena non crede più in lui e lo lascia andare al Frosinone. Ma il «leone maremmano» non molla, si getta anima e corpo sul lavoro, è deciso a raggiungere il suo obbiettivo che si chiama serie A. In ciociaria diventa un punto fermo della difesa.

Tre stagioni in gialloblù con due promozioni, dalla Lega Pro alla serie A e le porte del paradiso che si aprono. Quest’anno Stellone lo erge a punto fermo della difesa, ed alla quarta giornata vive il sogno che ogni ragazzino culla nel proprio cuore. Giocare contro i campioni d’Italia, e segnare il gol che vale una carriera. Lui, grossetano e juventino doc (era a Berlino con gli ultras bianconeri nella scorsa finale di Champions), fa accigliare lo Stadium liberandosi di Pogba ed insaccando il gol dell’1-1. Un urlo, poi la corsa verso la tribuna, a salutare il fratello Filippo, gli amici e la fidanzata. Tutti in estasi. Il sogno di «Leo» si è realizzato.

Andrea Capitani