REDAZIONE GROSSETO

Yacht nell’area protetta Il panfilo dello sceicco nelle acque di Giannutri

La lussuosa imbarcazione di proprietà dell’emiro di Abu Dhabi ha fatto il giro dell’isola, sostando anche nell’area di Grottoni, che ha una "tutela integrale".

Yacht nell’area protetta Il panfilo dello sceicco nelle acque di Giannutri

Il mega yacht Opera, lungo 146,35 metri, dello sceicco Abdullah bin Zayed Al Nahyan di Abu Dhabi e ministro degli esteri degli Emirati Arabi Uniti, ha potuto fare liberamente il giro dell’isola di Giannutri anche attraversando e sostando nell’area dei Grottoni, zona 1 a tutela integrale. La lussuosissima isola galleggiante ha sostato in uno dei due corridoi di accesso non protetti e, come in un film, dal mega yacht sono fuoriusciti dalla pancia della super-nave motoscafi e moto d’acqua che "hanno scorrazzato senza problemi nel mare protetto dell’isola". E secondo Legambiente "i reali a bordo e il capitano dell’isola galleggiante sapevano benissimo dove erano e cosa stessero facendo: Giannutri è un’area ZSCZPS secondo le Direttive Habitat e Uccelli dell’Unione europea e fa parte del grande Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano che il nostro governo si vende da sempre come area marina protetta in tutte le conferenze internazionali sulla biodiversità alle quali partecipa e anche all’Unione europea per giustificare la sua traballante politica ambientale".

"I due coni di entrata a mare – prosegue Legambiente – non sono nel Parco e le zone libere sono un caos e il Comune del Giglio non sembra molto propenso a gestire i flussi. Ad oggi il Parco Nazionale riesce a tutelare le parti più sensibili perché per girare per sentieri occorre una guida ogni 25 persone". Legambiente ha più volte chiesto la realizzazione di due campi boe per arrivare a un numero massimo di imbarcazioni ancorate e per evitare che le ancore distruggano ancora di più la preziosa prateria sottomarina di Posidonia oceanica.

"Intanto – prosegue l’associazione del Cigno – per gestire un po’ meglio il flusso turistico mordi e fuggi, basterebbe regolamentare gli attacchi e non far arrivare più minicrociere insieme, ma con orari e permanenze sfalsati. Come se non bastasse, domenica scorsa a Punta Secca diverse imbarcazioni si sono ancorate a poche decine di metri i dalla costa in zona 2 del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano dove la sosta dovrebbe essere permessa solo attraverso appositi campi boe. Erano presenti anche due diving che avevano gettato due ancore: una di prua verso il largo e l’altra di poppa sul fondale roccioso a pochi metri dalle rocce emerse. Anche questo tipo di ancoraggio è totalmente illegale e dannoso".