
Nonostante il periodo in cui si svolge, la campagna elettorale ha già cominciato a farsi sentire.
L’esercito di candidati a sindaci e consiglieri comunali ha già affilato le armi in vista del voto la cui data, a causa del Covid-19, è stata prudentemente indicata dal Ministero dell’Interno nelle giornate del 3 e del 4 ottobre. Le città sono già da tempo tappezzate da manifesti ed i social hanno cominciato a riempire le newsfeed degli utenti di faccioni sorridenti.
Eppure, in questi anni, il modo di fare comunicazione da parte della politica è cambiato molto, così come è cambiato molto il modo di comunicare da parte dei candidati.
Ne abbiamo parlato con Carlo Vivarelli, 43 anni, laureato in Economia politica, spin doctor e ed esperto di marketing politico.
Lei quando ha cominciato ad occuparsi di comunicazione politica?
"Di fatto da quando avevo 19 anni. Me ne sono occupato per la prima volta durante l’emergenza terremoto in Umbria. Ero stato affiancato ad un dirigente del Ministero e, di fatto, gli facevo da portavoce".
Quindi ha assistito a molti cambiamenti nel modo di comunicare in questi anni?
"Sì, dalla famosa discesa in campo di Berlusconi ad oggi, il mondo della comunicazione politica è cambiato moltissimo, complice non solo l’evoluzione tecnologica digitale, ma anche un desiderio di maggiore semplificazione del linguaggio da parte della gente. Semplificazione che, nelle sue manifestazioni più estreme, tocca punte di banalizzazione e di impoverimento lessicale non indifferenti".
Quando è cominciato questo cambiamento?
"Da quando le personalità della politica, non solo i leader di partito, hanno cominciato ad emergere, ritagliandosi propri spazi di visibilità. Da lì sono aumentati nel numero i salotti televisivi e si sono moltiplicate le occasioni “mediatiche” di confronto tra più contendenti. Ha preso così il via la personalizzazione al di fuori dai grandi partiti tradizionali, diventati a tutti gli effetti solo macchine elettorali".
Oggi qual è lo scenario che caratterizza le campagne elettorali?
"Crollati i riferimenti ideologici, il mondo della politica, e quindi quello del suo linguaggio, è diventato estremamente fluido. Nella comunicazione verbale si usano molti neologismi e inglesismi, mentre quella non verbale tende ad adattarsi al contesto di riferimento, pensiamo alle famose felpe di Salvini. Il consenso è diventato ondivago e i sondaggi di opinione cambiano ad una velocità sorprendente".
Cosa consiglia ai candidati che segue?
"Il mio lavoro consiste nell’affiancarli sia sotto il profilo strategico che operativo. Costruisco la loro immagine, coerente con la persona e che sia apprezzata dall’opinione pubblica".
E il candidato cosa deve sapere perima di affrontare una campagna elettorale?
"Oggi, chiunque voglia fare politica a più livelli, deve conoscere i principi del personal branding, i meccanismi di funzionamento dei principali canali social, e essere capace di rapportarsi di persona ad una platea estremamente eterogenea e sempre più esigente".
In provincia di Grosseto saranno sei le amministrazioni comunali che ad ottobre dovranno essere rinnovate: Grosseto, Orbetello, Capalbio, Castiglione, Roccalbegna e Scansano.