Verifiche per stabilire le cause. Peschereccio affonda in porto

Il "Nuovo San Giuseppe" era attraccato alla banchina Toscana. Ha iniziato a imbarcare acqua nella notte

Verifiche per stabilire le cause. Peschereccio affonda in porto

Verifiche per stabilire le cause. Peschereccio affonda in porto

Un altro peschereccio affondato, questa volta all’interno del porto di Porto Santo Stefano.

È accaduto ad una delle imbarcazioni della flotta da pesca dell’Argentario, ormai ridotta ad un massimo di tre decine di mezzi, colata a picco di fronte alla banchina Toscana, davanti a dove si trova il mercato del pesce. Il peschereccio, chiamato Nuovo San Giuseppe, era ancora attraccato alla banchina quando, per cause ancora da definire, è andato giù e si poggiato sul basso fondale, con la parte superiore a pelo d’acqua e ancora visibile. Il motivo per il quale ha iniziato a imbarcare acqua è ancora sotto indagine, mentre il relitto è stato subito messo in sicurezza ed è stato circondato dalle panne contenitrici, per arginare l’eventuale fuoriuscita del poco carburante che si trovava nel serbatoio, con qualche piccola macchia che comunque è visibile in superficie. Per quanto riguarda l’equipaggio non si è registrata nessuna conseguenza fisica né infortuni: al momento dell’affondamento non c’era nessuno a bordo, dunque non è stata necessaria nessuna operazione di soccorso.

L’Ufficio circondariale marittimo di Porto Santo Stefano fa però sapere che sono in corso le indagini amministrative per verificare le cause dell’affondamento. Nei prossimi giorni l’armatore procederà inoltre con le operazioni di recupero del peschereccio, che dovrà essere rimosso trovandosi, fra l’altro, in una posizione piuttosto centrale della banchina Toscana, dove si trovano ormeggiati altri pescherecci e di fronte al consorzio per l’asta del pesce.

Lo stesso armatore aveva già provveduto a posizionare le panne di contenimento per prevenire la dispersione di carburante, anche se i serbatoi erano praticamente vuoti.

La flotta di Porto Santo Stefano perde così un altro peschereccio, a non molto tempo di distanza da un’altra imbarcazione affondata, il Folgore, in questo caso nelle acque dell’Isola del Giglio, a fine novembre. In quel caso era stato necessario un intervento per salvare i tre componenti dell’equipaggio, in una posizione situata tra le 5 e le 10 miglia a sud-ovest dell’isola, su un fondale superiore ai 150 metri di profondità. Il Folgore apparteneva alla flotta di Porto Santo Stefano ed era anch’esso ormeggiato alla banchina Toscana.

Andrea Capitani