MATTEO ALFIERI
Cronaca

Tempo di vendemmia. "Calo del 20 per cento sulla quantità ma qualità superiore"

La pioggia di questi ultimi giorni ha "salvato" la qualità Castelli: "Estate difficile per il caldo e per la peronospera"

Vendemmia

Vendemmia

Grosseto, 2 settembre 2023 – Settembre significa vendemmia. In Maremma ancora di più. I numeri parlano di un calo quantitativo del 20%, ma fortunatamente senza contraccolpi sulla qualità, sul carattere e l’eleganza dell’annata 2023. Già iniziata la vendemmia "precoce" con le uve da spumanti Pinot e Chardonnay, le prime ad essere staccate, in una "danza" che prosegue tra i filari con Ciliegiolo, Merlot, Trebbiano e Vermentino, per proseguire con Sangiovese e Cabernet sauvignon, ultimo vitigno ad essere raccolto tra la fine di settembre ed ottobre.

"A livello quantitativo l’aspettativa è in calo dovuto soprattutto all’andamento climatico non favorevole – ha iniziato il presidente provinciale di Coldiretti, Simone Castelli, tra l’altre anche produttore di vino – con tanta pioggia in primavera che ha favorito lo sviluppo di importanti fitopatie che hanno creato difficoltà di maturazione e fatto aumentare i costi delle pratiche agronomiche indispensabili per non perdere livello significativi di produzione. Il calo medio regionale che stimiamo è del 20%. A livello qualitativo invece, l’abbassamento delle temperature notturne di queste settimane ci regalerà vini aromatici, fini e molto eleganti. Le uve sono belle e in salute, non hanno subito, come accaduto lo scorso anno, alcun stress idrico. Davanti abbiamo ancora giorni cruciali per monitorare l’evoluzione delle uve: l’annata - chiude – è molto promettente nonostante sia stata fino a qui molto complessa".

Per difendere il grappolo dall’attacco della peronospora che ha trovato le condizioni ideali per proliferare e "contagiare" i vigneti, gli agricoltori maremmani hanno dovuto far ricorso a numerosi trattamenti agronomici con un enorme dispendio di risorse umane ed economiche. Ma non ci sono solo i fattori climatici a minacciare la viticoltura regionale. Cinghiali e caprioli, entrano ormai senza alcun timore nelle vigne per banchettare con l’uva dei viticoltori, una delle leccornie preferite dagli ungulati secondo una recente classifica stilata da Coldiretti Toscana. In dieci anni i danni alle coltivazioni denunciati dagli agricoltori hanno raggiunto i 20 milioni di euro.