"Una famiglia riservata" I Marzocchi tornati da un anno

In paese bocche cucite sulla vicenda: "Sono anni che non si vede nessuno in giro in piazza". La villa era abitata dalla figlia Benedetta che qualche anno fa dette in escandescenze in chiesa.

"Una famiglia riservata"  I Marzocchi tornati da un anno

"Una famiglia riservata" I Marzocchi tornati da un anno

Una famiglia facoltosa, quella dei Marzocchi.

Alessandro Marzocchi, classe 1942, marito di Giuseppina De Francesco trovata morta nella casa a Istia d’Ombrone, aveva deciso di tornare in Maremma. I due coniugi avevano infatti trascorso un lungo periodo a Milano, nella loro casa di fronte al Castello Sforzesco, prima di decidere di tornare a Grosseto. E a Milano abitava anche la figlia, ma in un altro appartamento.

I coniugi non sono tornati però nella villa costruita dal padre, Alfonso Marzocchi, uno degli storici notai grossetani, scomparso nel 2014. Abitavano in una casa in città, non distante dal centro storico, anche se molto del loor tempo lo trascorrevano nella villa di Punta Ala dove, fra l’altro, risultano residenti.

Ad Istia – lasciata Milano – abita invece Benedetta, la figlia cinquantenne con un episodio burrascoso alle spalle. Nel 2012, infatti, nella notte di Natale danneggiò gli interni della chiesa della frazione e nella concitazione si ferì anche.

La villa "I Renai" era stata dunque affidata alla figlia che abitava insieme ai suoi animali, soprattutto un cane Terranova, al quale era molto legata.

Il figlio Alfonsino, invece, anche lui residente a Milano insieme al resto della famiglia, adesso pare vivesse anche lui a Istia, ma non con la sorella. Abita in un appartamento comunque non lontano dalla villa di famiglia. Ieri mattina non era in paese e i carabinieri lo hanno cercato per molte ore.

Gente semplice, come la descrivono gli abitanti della frazione, ma molto e riservata.

"Guardi – dice un uomo che era al bar del paese – sono anni che non vediamo nessuno della famiglia. Pinuccia stava in casa, quando era da queste parti, così come i figli. Ci dispiace per quello che è accaduto".

C’è chi ricorda i lavori alla casa, fatti da una ditta di costruzioni, che risistemò parte del tetto. Ma della famiglia e della loro vita sociale neppure l’ombra. "Ogni tanto – chiosa un altro – vedevamo passare uno dei figli con l’auto. Ma non sapevamo neppure che erano tornati a vivere qui". Nessuno, poi, ha visto o sentito nulla di quello che è accaduto. Che fa diventare questa vicenda un nodo sempre più difficile da districare.