
Sarà il reparto dei carabinieri del Ris di Roma, attraverso il luogotenente Vincenzo De Falco e il maresciallo Giovanni Benedetti, ad effettuare un sopralluogo nei boschi di Cinigiano. Il reparto scientifico dei carabinieri è stato infatti chiamato dal sostituto procuratore Salvatore Ferraro per fare chiarezza sulla morte di Marco Tommasi, 61enne operatore finanziario grossetano, rimasto ucciso durante una battuta di caccia. I militari specialisti dovranno infatti confrontare il piombo ritrovato nella testa dell’uomo, colpito alla base del cranio, con i proiettili sequestrati agli altri cacciatori. Lunedì all’obitorio dell’ospedale Misericordia, il medico legale Valentina Bugelli ha effettato l’autopsia alla presenza dei consulenti nominati dai sette indagati, difesi dagli avvocati Francesca Carnicelli, Francesco e Luciano Giorgi, Serena Catocci, Angela Casini e Claudio Cardoso. I familiari dell’uomo, la moglie Catia Vanelli, i figli Giulio e Giacomo e il fratello Alessandro sono invece assistiti dall’avvocato Giovanna Canessa. Dai primi risultati si confermerebbe quindi l’ipotesi che ad uccidere Tommasi sia stata una pallottola e che lo avrebbe colpito sulla parte sinistra della per poi uscire dalla parte destra. Il medico legale ha infatti isolato alcuni frammenti metallici, che adesso saranno presi dai carabinieri del Ris per la comparazione necessaria con le pallottole sequestrate ai cacciatori che erano nelle vicinanze di Tommasi. Il reato ipotizzato è l’omicidio colposo. Il pm Ferraro ha già ridotto in questo modo la lista dei cacciatori: inizialmente erano 25, tutti i componenti della battuta. Il Pm Ferraro ha anche disposto anche una perizia balistica nel tentativo di individuare il fucile dal quale è partito il colpo mortale.