È tutto un gioco di immaginazione. E no, questa volta non comincerà con ‘c’era una volta’, ma ‘ un bel mattino di buon ora Pierino’… aspetta, proprio quel Pierino? L’eroe che salva i suoi amici dal lupo, e che in fondo salva anche il lupo da un brutto destino? Come immaginare tutto questo? Ci pensa la musica d’orchestra. Più di venti strumenti racconteranno una storia, dal sapore di favola con una voce narrante. Sul palco del Moderno oggi alle 21 saliranno l’attore eclettico Stefano Fresi, e il maestro Enrico Melozzi, star di Sanremo, insieme all’Orchestra Sinfonica Città di Grosseto per raccontare ‘Perino e il lupo’ agli spettatori, ma non solo. Lo spettacolo sarà visto anche dai piccoli pazienti del Meyer. Perché? È per loro che si aprirà il sipario. Un evento speciale anche per la finalità, l’intero ricavato sarà devoluto alla fondazione Mayer. Due grandi artisti, per l’occasione. Quindi chi, meglio di loro per capire nell’ essenza la favola. Un’anticipazione, un antipasto dello spettacolo.
"Questa bellissima favola – racconta Fresi – ha una caratteristica, è musicale. I personaggi sono tutti rappresentati da un tema. Temi che sono onomatopeici. Sono stato chiamato, in primis perché amo la musica e poi perché avevo già prestato la mia voce per questa favola. Sul podio troverò Melozzi, faremo tante belle cose insieme. Sono entusiasta per lo scopo. Cosa c’è di meglio per i bambini, se non una favola? Quando un piccolo angelo scompare, fare questi eventi è un grande atto d’amore dei genitori. Mantiene il ricordo per aiutare gli altri". "Abbiamo scelto questa favola – dice invece Melozzi – perché, è un repertorio bambino friendly. E’ un brano incredibile. Dove i piccoli rimangono stupiti e i genitori si divertono. Sarà un dialogo continuo, un viaggio dentro la storia: faremo animali, storie e giochi con la musica. E’ un pezzo ricco di colori e poi è geniale. Per gli spettatori è di facile ascolto mentre per chi lo suona è davvero complesso. È la prima volta che condivido il palco con Fresi, siamo simili e vogliamo ristabilire la musica che c’era, la formazione musicale di qualità è introvabile. Lo scopo non ha bisogno di tante parole. Siamo niente davanti alle malattie, mi sento impotente. Utilizzerò l’arte perché l’unica cosa che posso fare è mettermi a disposizione della ricerca".
Maria Vittoria Gaviano