Rifondazione: "Siamo con la sezione Palazzoli"

Rifondazione Comunista di Grosseto si schiera con Anpi "Elvio Palazzoli" contro la dedicazione di una via a Giorgio Almirante, definito fascista non pentito. FdI invita a superare divisioni ideologiche per una piena pacificazione nazionale.

Rifondazione Comunista di Grosseto si schiera con la sezione Anpi "Elvio Palazzoli", che alla vigilia del 25 aprile aveva detto che la presenza in piazza del sindaco non sarebbe stata gradita. "Condividiamo in pieno le ragioni sostenute dalla stessa sezione, le sentiamo profondamente anche nostre" dicondo da Rifondazione. Il motivo è riconducibile alla scelta di sindaco e giunta di dedicare una via a Giorgio Almirante: "fascista non pentito e che porta sulla propria coscienza la morte di decine di persone innocenti, partigiani e comuni cittadini". "Non siamo divisivi noi – prosegue Rifondazione – ma chi tenta con una mossa di puro revisionismo storico di mettere sullo stesso piano vittime e carnefici offendendo la memoria dei primi ed esaltando vergognosamente i secondi. Noi – chiude Rifondazione – non vogliamo avere niente a che fare né con i fascisti e neppure con i cialtroni che non conoscono la storia. Oggi più che mai è necessario respirare l’aria pulita delle posizioni nette, basta con questo politically correct che scivola sempre più nel revisionismo". Il parlamentare di FdI, Fabrizio Rossi, invita superare le divisioni ideologiche. "Già da molti anni – afferma il deputato e coordinatore regionale di FdI – sostengo la necessità di superare ogni divisione ideologica per raggiungere una vera e piena Pacificazione nazionale, nel solco del dialogo. Provengo da una generazione nata nella libertà, che ama la democrazia. La tragedia della guerra civile è una pagina buia della nostra storia nazionale. Per tale motivo, ogni anno ricordo questo dramma leggendo due lettere di ragazzi italiani: una, tra quelle dei condannati a morte della Resistenza e una tra quelle dei condannati a morte della Repubblica sociale italiana".

"La libertà e la democrazia sono un patrimonio di tutti noi – conclude Fabrizio Rossi –. Nessuno deve riscrivere la storia, dobbiamo soltanto raccontarla integralmente per come è stata alle future generazioni, nel rispetto di tutti e della verità”.