L’Amiata è terra di prodotti tipici e – fortunatamente – in questi ultimi anni c’è un grande lavoro affinché questi prodotti possano tornare ad essere conosciuti. L’obiettivo di molti progetti è riuscire a coltivare prodotti di alta qualità, recuperando le vecchie cultivar. Così dopo la Cipolla della Selva, la Patata delle Macchie (Arcidosso) e la Pera Picciola di Abbadia San Salvare torna ad essere studiata anche dall’università di Siena la patata "Biancona del Faggeto" di Selvena (Castell’Azzara). Anche per questa antica cultivar è iniziato un percorso di studio e caratterizzazione organolettica destinato ai futuri coltivatori. Il progetto di recupero della "Biancona del Faggeto" è nato qualche anno fa nella frazione di Selvena per volontà della Proloco con l’obiettivo di contrastare la riduzione della biodiversità agricola, attraverso la caratterizzazione, reintroduzione e valorizzazione di una cultivar locale di patata. Obiettivo principale della Proloco è il recupero di alcuni terreni agricoli abbandonati, mitigando in parte l’azione dei cambiamenti climatici ed in particolare del dissesto idrogeologico e valorizzando il mosaico ambientale e paesaggistico e le competenze rurali del territorio.
Il primo supporto al recupero della "Patata Biancona del Faggeto" è stato quello del Consorzio cooperativo ortofrutticolo Alto Viterbese che già lavora nella valorizzazione della filiera pataticola nella Tuscia. Per dare valore al progetto di recupero necessitano alcuni studi e verifiche sul prodotto ed anche azioni dimostrative di buone prassi in grado di diffondere pratiche agricole innovative e compatibili con la tutela delle risorse naturali. Attualmente una parte del prodotto dell’ultima coltivazione estiva è stato conferito ai laboratori della Università degli Studi di Siena. A seguire il percorso scientifico di caratterizzazione per arrivare all’iscrizione al Repertorio Regionale del Germoplasma autoctono. Secondo Emiliano Sargentoni della Proloco di Selvena è "fondamentale che le aziende agricole del territorio, ma anche piccoli coltivatori non professionali, lavorino in sinergia". "Sulla Biancona del Faggeto – dice Giovanni Alessandri dello Studio Agricis – intendiamo lavorare assieme ad alcuni attori fondamentali del territorio, come l’Unione dei Comuni Montani Amiata Grossetano, il Comune di Castell’Azzara e Genomamiata".
Nicola Ciuffoletti