REDAZIONE GROSSETO

Morì a 22 anni, assolto il medico

Si chiude il processo per la tragedia di Silvia Cannelli

Silvia Cannelli

Grosseto, 1 ottobre 2015 - Assolto perché il fatto non sussiste. Finisce qui la vicenda che ha visto il ginecologo Giuseppe Tamburro al banco degli accusati per l’omicidio colposo di Silvia Cannelli, la ventiduenne che morì a causa di una crisi respiratoria dopo aver ricevuto l’anestesia per un intervento che avrebbe dovuto tenersi all’ospedale di Civitavecchia.

La ragazza, una grossetana, secondo la perizia della Procura avrebbe potuto essere curata anche con una semplice cura farmacologica. Invece, fu deciso l’intervento. Che, però, non iniziò mai, perché subito dopo la somministrazione dell’anestesia, Silvia iniziò a stare male. Fu trasportata d’urgenza in un ospedale vicino, dove si trovava la sala di rianimazione, ma la corsa non servì a salvarle la vita. È quanto accadde nell’aprile del 2011.

In seguito a quei fatti furono indagati per omicidio colposo il ginecologo Giuseppe Tamburro e l’anestesista rianimatore Giorgio Piola. Quest’ultimo preferì patteggiare un anno e due mesi. Tamburro, invece, decise di andare a processo. Difeso in aula dagli avvocati Luciano Giorgi e Carlo Valle ha sempre respinto le accuse, fornendo la sua ricostruzione dei fatti, negando ogni responsabilità nell’esito tragico degli eventi. Il giudice monocratico del tribunale di Civitavecchia, di fronte al quale ieri si è svolta l’udienza, lo ha assolto. Al momento non si conoscono ancora le motivazioni della decisione del giudice, che saranno pubblicate nei prossimi giorni.

Si chiude un processo doloroso, al quale i familiari della ragazza hanno partecipato senza risparmiarsi niente, mossi dal bisogno di capire, di trovare un motivo alla loro perdita. Non sono state però le scelte del dottor Tamburro a causarla, secondo il giudice. Non è stato l’operato del ginecologo a provocarla.

R.B.