Mufloni, la battaglia non si ferma

Primi quattro abbattimenti. Gli ambientalisti: "Andiamo a fermare la mattanza". Interviene il Difensore civico

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Al Giglio si è iniziato a sparare. Ad annunciare la morte dei primi quattro mufloni (dei 30 che dovranno essere abbattuti) sono le associazioni animaliste "Vitedacani" e la "Rete dei Santuari di animali liberi in Italia". "Al momento sarebbero 4 i mufloni già uccisi dai cacciatori - dicono gli animalisti -. Il Parco quindi va avanti nell’eradicazione di questa specie, nonostante tutte le proteste e le tante disponibilità a trasferire e accogliere gli animali in rifugi e centri di recupero degli animali selvatici fuori dall’Isola". Le associazioni "Vitadacani" e la "Rete dei santuari di animali liberi", dopo aver diffidato il Parco e scritto anche al Parlamento europeo, invita cittadini, associazioni e volontari ad "andare spontaneamente e personalmente sull’isola per presidiare permanentemente i suoi territori e vigilare per impedire la strage". "I cittadini e le associazioni sono indignati. Dobbiamo accorrere tutti sull’isola, per prendere parte alla protesta che vuole impedire l’esecuzione degli animali – commenta Sara d’Angelo, presidente dell’associazione Vitadacani - . Nonostante le diffide, le lettere di protesta, le proposte alternative all’uccisione, la disponibilità ad accogliere i mufloni nei nostri e in altri rifugi fuori dall’isola, il Parco sta portando avanti un’operazione crudele e contro ogni etica. Dobbiamo agire e il dovere di intervenire. L’unica cosa che resta da fare è raggiungere l’Isola, ognuno, spontaneamente, personalmente, per riprenderci i boschi, la natura, i parchi, ormai invasi dal mondo venatorio e bloccare l’esecuzione. I mufloni hanno bisogno di noi". Della questione si è occupato anche il Difensore civico, Sandro Vannini. "Dal mondo animalista giungono opinioni radicalmente diverse rispetto all’abbattimento - scrive Vannini - Nella convinzione che la ricchezza della biodiversità vada tutelata indipendentemente dalla provenienza delle specie e in considerazione dell’esiguo numero di mufloni presenti sull’isola, tante sono le voci che richiedono di optare per una gestione del problema che utilizzi altri sistemi meno cruenti. Ritengo pertanto importante che gli enti coinvolti - chiude - si esprimano in merito al progetto Life LetsGo Giglio documentando tutti gli aspetti che dimostrino la rilevanza degli squilibri ecologici determinati dalla presenza del muflone che rendono necessaria l’attuazione di un piano di eradicazione dal Giglio e che sia valutata l’acquisizione di un parere autorevole da parte dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale".

Matteo Alfieri