È stato presentato a Grosseto, a Palazzo Aldobrandeschi, il rapporto conclusivo del progetto di studio "The Future of Rural Manufacturing" promosso dall’ Ocse, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Lo studio ha esaminato 12 realtà rurali di quattro Paesi: Francia, Germania, Slovenia e Italia. Per l’Italia sono stati individuati come case study i territori di Grosseto e Arezzo. Da cosa nasce l’interesse per i territori rurali? L’industria manifatturiera rimane un importante motore di occupazione e crescita nelle economie rurali dell’Ocse. Il rapporto rileva che nonostante le regioni rurali costituiscano solo il 28% della popolazione Ocse, rappresentano quasi la metà (48%) dei posti di lavoro nel settore manifatturiero.
Venendo ai due casi studio italiani, Grosseto, rispetto all’economia aretina, molto sviluppata sul versante manifatturiero (26,35% del suo Val-Valore aggiunto lordo), ha un settore primario predominante (7.07% del suo Val), con una percentuale che è quattro volte la media dell’Italia rurale, e riporta una quota inferiore nel manifatturiero (6,62%) e dell’industria in generale. Resta come elemento caratterizzante l’economia rurale del grossetano una forte specializzazione nell’ambito produttivo primario in cui la manifattura si inserisce come elemento di supporto: il 24,5% delle unità locali e il 31,5% dell’occupazione nella manifattura in provincia di Grosseto provengono dalla produzione di prodotti alimentari e bevande.
Altra specializzazione della provincia, in parte legata all’agricoltura, consiste nella fabbricazione di prodotti in metallo e nella riparazione e installazione di macchinari e attrezzature: un terzo delle imprese locali e un quarto dell’occupazione sono in questo settore. Entrambe le due province si confermano avere un settore manifatturiero fondato su micro e piccole imprese: il 90% delle imprese manifatturiere del grossetano conta meno di 10 dipendenti. Paolo Rosso, esperto Ocse, che ha illustrato il rapporto a Palazzo Aldobrandeschi, sottolinea le prospettive per il futuro. "Integrare meglio una manifattura sostenibile, con una forte caratterizzazione innovativa, che sia d’impulso al settore primario della provincia di Grosseto è una sfida ancora tutta da affrontare – ha commentato Paolo Rosso – nel senso che ci sono elementi dinamici positivi ma c’è molto da lavorare".
"I finanziamenti europei – ha proseguito Rosso – offrono opportunità interessanti per questo territorio nell’ambito del Fondo europeo di sviluppo regionale. All’interno della strategia per la specializzazione intelligente della Regione Toscana viene data particolare attenzione alla Smart agriculture, cioè l’agricoltura di precisione. In più c’è la tematica relativa al rafforzamento delle aree interne, dove per il periodo 2021 -2027 si aprono prospettive ulteriori. Quindi ci sono diverse opportunità, che tuttavia richiedono un maggiore sforzo di coordinamento per essere sfruttate al massimo".
A.C.