
Le casse pubbliche più aride: "I tagli del governo ai Comuni ridurranno i servizi ai cittadini"
È stato confermato il taglio a livello nazionale di 250 milioni di euro annui (200 milioni di euro a carico dei Comuni e 50 milioni a carico delle Province e delle Città metropolitane) per quattro anni, cioè dal 2024 al 2028. Una mannaia che è stata confermata con Il decreto del Ministro dell’interno, emanato di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e che riguarda il riparto del contributo alla finanza pubblica. Per i Comuni maremmani è previsto un taglio complessivo di 5,5 milioni di euro nel prossimo quadriennio, di cui 1,8 per il solo Comune di Grosseto, mentre per la Provincia il taglio ammonta a 1,2 milioni: 250mila all’anno.
"Sono tagli che incideranno sulla spesa corrente, quindi sui servizi – commenta Cristoforo Russo, responsabile degli enti locali della Fp Cgil Grosseto. – Stiamo parlando di un serio rischio di un ridimensionamento anche dei servizi al cittadino". Russo prosegue e sottolinea una scarsa attenzione da parte del governo verso il lavoro pubblico. "Bisognerebbe assumere personale se si vogliono garantire servizi, e serve rinnovare il loro contratto scaduto da oltre due anni – prosegue –. Invece quello che si propone sono solo altri tagli".
Le risorse annunciate per i rinnovi dei contratti pubblici 2022/2024 sono esigue. Undici sindaci della Maremma si sono fatti portavoce di un forte dissenso. Sono Giacomo Termine (primo cittadino di Monterotondo), Irene Marconi (Massa Marittima), Stefania Ulivieri (Gavorrano), Maria Bice Ginesi (Scansano), Federico Balocchi (Santa Fiora), Iacopo Marini (Arcidosso), Luciano Monaci (Cinigiano), Cinzia Pieraccini (Castel del Piano), Francesco Limatola (Roccastrada) Elena Nappi (Castiglione della Pescaia) e Nicola Verruzzi (Montieri).
"Quello che il Governo Meloni ha fatto – dicono i sindaci – è un taglio generico che, fondamentalmente, colpisce duramente i servizi locali".
Per i sindaci maremmani meno soldi ai Comuni vuol dire ridurre i servizi collettivi.
"Alcuni sindaci di centrodestra – proseguono – si sono opposti, altri come Vivarelli Colonna hanno addirittura negato il taglio".
Le Amministrazioni comunali, secondo i sindaci firmatari, saranno dunque costretti ad aumentare il peso delle tasse sui cittadini per recuperare le risorse mancanti.
"Sarebbe molto importante – concludono gli undici primi cittadini – che tutti i sindaci facessero un fronte unico oltre ogni appartenenza politica contro questa scelta sbagliata del Governo, invitando il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ad invertire la decisione".
Nicola Ciuffoletti