"La fucilata non è stata casuale" Guerra messo alle strette dal perito

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Quel fucile non funzionava perfettamente. Ecco perché Filippo Guerra non può aver caricato con due colpi il fucile. Sono queste le conclusioni a cui è arrivato Claudio Gentile, l’esperto balistico incaricato dal tribunale per chiarire alcuni aspetti sul funzionamento dell’arma che ha ucciso Dakir Abdelilah, lo spacciatore trovato morto nelle campagne di Cernaia per cui Guerra è accusato di omicidio volontario. Secondo il consulente infatti, il fucile del padre di Guerra, difeso dall’avvocato Lorenzo Mascagni, non era perfettamente funzionante. Ieri mattina, di fronte alla Corte di assise del tribunale di Grosseto, il Pm Giampaolo Melchionna, che sta portando avanti l’accusa nei confronti del grossetano, ha ripercorso con il tecnico tutte le fasi delle analisi svolte sull’arma che ha sparato. Sembra infatti che quel fucile, due colpi in sequenza non li avrebbe potuti esplodere, perché mancante di un pezzo. Una molla di circa 60 centimetri che non c’era. Se ci fosse stata il fucile avrebbe sparato come un semi automatico. Guerra, quando fu sentito, raccontò al tribunale di essersi recato a Cernaia perché Dakir Abdelilah voleva vedere il fucile del padre. Lui raccontò di averlo portato e consegnato a Dakir. Che provò prima a sparare ad una bottiglia. Poi, secondo Guerra, il secondo colpo, quando il fucile era nel frattempo tornato nelle sue mani, era partito accidentalmente, colpendo in pieno volto Dakir Abdelilah, morto immediatamente. "Il fucile non poteva sparare due colpi – ha ribattuto il consulente balistico – ma doveva essere ricaricato". Adesso il processo arriverà alla conclusione il prossimo 27 aprile quando è stata fissata la discussione finale. Possibile che l tribunale fissi nel 25 maggio la data per la sentenza. Filippo Guerra intanto è in carcere.